Da settembre, potrebbero arrivare nelle scuole i monitor digitali touch, gli activpanel sensibili al tatto simili a quelli usati negli studi televisivi dai presentatori che toccando lo schermo provvedono a spostare elementi grafici sullo sfondo del desktop.
Con un apposito software denominato Classflow l’interazione avviene anche tramite dispositivi mobili, permettendo la fruizione di contenuti tra più scuole e da casa per i soggetti impossibilitati alla presenza in classe.
In pratica gli studenti ed il professore in aula possono interagire tramite tablet.
«Il sistema integra diverse funzionalità. In dettaglio, i Fondi Europei per lo Sviluppo Regionale, renderanno possibile la realizzazione di ambienti di apprendimento nei quali la tecnologia metterà lo studente al centro della lezione, stimolandolo con nuovi contenuti e metodologie di apprendimento».
Il nuovo marchingegno tecnologico è stato presentato a Bagheria, secondo quanto scrive Il Giornale di Sicilia, e si inserisce nel piano di innovazione voluto dal Miur che coinvolge i cosiddetti animatori digitali: professori selezionati nei vari istituti scolastici per garantire l’aggiornamento tecnologico in ambito didattico.
LA TECNICA DELLA SCUOLA E’ SOGGETTO ACCREDITATO DAL MIUR PER LA FORMAZIONE DEL PERSONALE DELLA SCUOLA E ORGANIZZA CORSI IN CUI È POSSIBILE SPENDERE IL BONUS.
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Lo scorso anno la sola Lombardia ha speso 600 milioni di euro su queste nuove innovazioni, riconoscendole come prioritarie per lo sviluppo territoriale e le scuole siciliane si stanno già attivando per garantire una formazione in linea con l’aggiornamento tecnologico.
La riflessione va fatta sulle abitudini dei nativi digitali, indotti ad interagire facilmente con qualunque dispositivo tecnologico basato su schermo tattile: smartphone e tablet.
Il nuovo sistema didattico prevede una serie di facilitazioni gestibili via software che cambieranno i rapporti tra alunni e professori.
Lo schermo gigante della nuova tipologia di lavagne multimediali funziona proprio come un tablet ed offre la medesima visibilità di un televisore di grande formato, diventando così un modello didattico molto più vicino alle abitudini dei più giovani.
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