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Ecco come il sindacato e la politica commentano il discorso programmatico di Draghi al Senato

Il discorso programmatico del nuovo presidente del Consiglio Mario Draghi al Senato, come prevedibile, ha innescato una serie di reazioni nel mondo politico e sindacale soprattutto, considerate le positive attese e pure tutto il travaglio che ha portato alla sua nomina.

Come è infatti noto, Draghi è stato preferito dal presidente Mattarella a formare il nuovo governo per il suo prestigio internazionale, la sua provenienza dal mondo finanziario e delle banche, e per la sua esperienza nella gestione della Bce,  e pure per i precedenti incarichi governativi sempre nei dicasteri del tesoro, fino alla nomina di Governatore della Banca d’Italia. Un  esperto  economista dunque per gestire al meglio i fondi che l’Europa ha assegnato alla nostra Nazione che fra l’altro, per causa anche della pandemia, si trova in una situazione non certamente di primo piano in Europa. 

Uno fra i primi a lanciare un commento è stato l’on. Lorenzo Fioramonti, del Gruppo Misto,  già in quota M5S e Ministro dell’Istruzione: “Il discorso del Presidente del Consiglio si è concentrato sull’intersezione tra crisi ambientale, crisi sanitaria e crisi sociale. Orientato al futuro, sottolineando più volte come si debba investire sulle giovani generazioni, sulla scuola, sulla ricerca e sulle imprese sostenibili, invece di continuare a sussidiare quelle obsolete e inquinanti”. Ma, dice Fioramonti, “si è trattato di un discorso. E spesso i discorsi restano lettera morta, soprattutto quando manca il coraggio delle azioni”. E dunque, sottolinea, “Il nostro compito sarà vigilare”.

Per Maddalena Gissi, segretaria generale CISL Scuola, “bene gli obiettivi indicati da Draghi. Restituire quanto prima le scuole a una situazione di normalità”, come ha detto il Presidente Draghi che ha aggiunto “molto opportunamente, che il ritorno a scuola deve avvenire in sicurezza. 

Innegabile anche l’esigenza di verificare in modo più preciso che cosa e quanto vi sia da recuperare rispetto a situazioni di forzata chiusura delle nostre scuole; su questo è bene che al più presto si apra un confronto approfondito col Ministero”. Ma  “devono essere in primo luogo le scuole, nella loro autonomia e nel concreto della propria specifica situazione, a verificare il fabbisogno di recupero e le modalità più opportune con cui intervenire col massimo di efficacia”, così come per quanto riguarda il “calendario scolastico, questione di assoluta serietà che tuttavia cessa di essere tale se ridotta, come sta accadendo, a un banale dilemma tra ipotesi su cui è ammesso solo un sì o un no”.

E dunque, conclude Gissi, “il Ministro ci convochi, siamo pronti a confrontarci da subito se è possibile farlo in modo serio e costruttivo. Abbiamo anche l’urgenza di discutere sulle modalità con cui si intende attuare nella scuola la campagna vaccinale” insieme agli altri temi: “organici, mobilità e reclutamento, stabilizzazione del lavoro sono questioni su cui davvero non c’è da perdere nemmeno un minuto”.

Sulla stessa linea  il segretario generale della Uil Scuola, Pino Turi: “Un discorso che individua e disegna gli interventi per mettere in sicurezza la scuola. Ci convince molto la sottolineatura della garanzia della salute di studenti e personale”, insieme ai “richiami legati al ritorno a scuola in sicurezza, scontato il riferimento al recupero delle lezioni perse per il Covid, al riallineamento del calendario scolastico, all’investimento in una transizione culturale e alla revisione degli ITS”.

D’accordo sui disagi che la Dad ha provocato, continua Turi, “un discorso che mostra visione ed impone scelte in un quadro olistico che ci potrebbe convince. La scuola e la formazione sono ben chiare nella visione strategica dell’Esecutivo Draghi”, anche se “Dalle strategie e dagli obiettivi strategici, si dovranno misurare i provvedimenti concreti, banco di prova per un giudizio di merito. Come si realizzeranno e con quali strumenti. 
“Non ci resta che attendere che il ministro Bianchi ci convochi per un confronto di merito sulle scelte e sulle  risorse necessarie, per realizzare gli obiettivi programmatici”.

Anche la Flc-Cgil apprezza il discorso programmatico di Draghi, con la priorità rivolta “al tema dell’ambiente e alle sue connessioni con il progresso e il benessere sociale” e la sfida “per la realizzazione di un futuro in cui al centro ci sia l’ecosistema e che dovrà vedere convergere digitalizzazione, agricoltura, salute, energia, aerospazio, cloud computing, scuole ed educazione, protezione dei territori, biodiversità, riscaldamento globale ed effetto serra, fanno riferimento ad una visione che ci appartiene”.

E ancora sindacato Flc-Cgil soddisfatto perché in “più punti il Presidente del Consiglio ha citato specificatamente i settori della conoscenza”, come le  “diseguaglianze che la didattica a distanza ha accresciuto fra territori e fra studenti provenienti dai vari contesti familiari. La necessità di porre rimedio al danno subito a causa della pandemia”, benchè  “siamo contrari ad una mera operazione ragionieristica che preveda un generalizzato ampliamento del calendario scolastico. Serve dunque una strategia diversificata e mirata che affidi modalità e tempi di realizzazione delle attività di recupero alle singole istituzioni scolastiche”.

In ogni caso, dice la Flc-Cgil “occorrono interventi strutturali sull’ampliamento del tempo scuola, organici, stabilizzazioni del personale precario, investimenti per rafforzare l’autonomia organizzativa e didattica delle scuole”. Noi, dice il sindacato, abbiamo proposte serie e solide, precise e mirate, il ministro ci deve solo convocare come “ricostruire un’ampia e strutturata rete di medicina scolastica quale elemento fondamentale per combattere l’attuale pandemia”. 

Ma apprezziamo pure,  “l’attenzione verso un approccio al sapere che metta insieme e faccia collaborare più ambiti disciplinari. Rilevante la parte dedicata allo sviluppo degli istituti tecnici superiori (ITS), segnaliamo la necessità, tuttavia, di rafforzarne una governance pubblica che dia centralità, nella progettazione e nella realizzazione dei percorsi, alla sinergia con l’Università e gli Enti di Ricerca anche al fine di prevenire sovrapposizioni e inutili competizioni. 

“Vogliamo ricordare che le nostre università pubbliche e i nostri entri pubblici di ricerca sono le vere eccellenze in cui dobbiamo investire”.
Nel rinnovare la richiesta di un “impegno concreto per reperire ulteriori risorse per il rinnovo del contratto nazionale” e nel ricordare che “in questi mesi il personale ha dimostrato una enorme impegno per garantire in un contesto difficilissimo il fondamentale diritto all’istruzione”, la Flc-Cgil chiede che “si aprano dei veri tavoli di confronto con le parti sociali”. 

E in ultimo riportiamo le dichiarazioni di Luca Cangemi,  responsabile nazionale Scuola del Partito Comunista Italiano, al quale le parole di Draghi non sono piaciute: “sono ipocrite, offensive, pericolose”, perché  “nulla dicono della drammatica situazione reale del sistema dell’istruzione frutto di politiche devastanti, a cui sono tutt’altro che estranei personaggi e forze del suo governo, della sua maggioranza parlamentare, del suo blocco di riferimento nel paese.

“Offensive queste parole perché non riconoscono in nulla lo straordinario sforzo fatto da centinaia di migliaia di docenti e lavoratori ATA, in condizioni difficilissime, per mantenere un filo di dialogo educativo. 

“Pericolose queste parole perché delineano una politica volta a trasformare la scuola in un’appendice del sistema delle imprese, come l’enfasi posta sugli ITS (e non sulle drammatiche carenze di organico, sul precariato, sull’edilizia scolastica) dimostra chiaramente.

“Abbiamo un governo nemico della scuola pubblica, di chi vi lavora e di chi vi studia. Un governo che intende percorrere fino in fondo la strada devastante della controriforma renziana, colpendo l’unitarietà del sistema scolastico, aprendo le porte a processi di gestione privatistica, massacrando i diritti”.

E dunque, chiosa Cangemi “si pone l’urgenza di una mobilitazione forte e unitaria, contro questo governo e quello che rappresenta”.

Pasquale Almirante

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