Arriva dalla Stanford Graduate School of Education la prof Jo Boaler per insegnare le materie STEM ai giovanissimi dai 10 ai 14 anni, ma con un modo nuovo che non prevede lezioni teoriche solo attività che stimolano le neuro-connessioni cerebrali. L’iniziativa fa parte dell’“Operazione Cielo” promossa dall’Associazione “Il Cielo Itinerante” che intende avvicinare allo studio delle materie scientifiche i bambini che provengono da contesti di disagio socioeconomico e povertà educativa.
Il progetto si sviluppa attraverso 6 campi estivi della durata di 4 settimane, che coinvolgono bambini e adolescenti. Tra i docenti anche l’astronauta Samantha Cristoforetti, che ha incontrato 200 giovanissimi ragazzi
A spiegare questo nuovo metodo per imparare le materie STEM è la stesa prof. Boaler: “Ci sono 5 tipi di percorsi che il nostro cervello, a livello neuronale, attiva durante l’apprendimento delle materie STEM. Le persone più talentuose risultano quelle in grado di connettere tra loro questi diversi percorsi. Questo è il metodo “Youcubed”, che si basa sull’apprendimento della Matematica in modi diversi, dal visuale al confronto: metodi che abbiamo provato essere ingaggianti per l’apprendimento nei ragazzi”.
Non più dunque lezioni teoriche, si legge su startUp-Italia, ma metodi che garantiscono un apprendimento più veloce e stimolante come l’approccio “Youcubed” che consente l’avvicinamento alle STEM con funi, cubi e forbici che vanno a sostituire carta e penna, valorizzando la cooperazione e l’ascolto.
“Si tratta di un’esperienza totalmente nuova per me, ma con alcuni colleghi abiamo subito pensato a un programma basato sulle esigenze degli studenti italiani. In genere, nelle scuole, la Matematica è vista come una materia ostica, fatta di calcoli, che pone un’enfasi sulla velocità e spesso si crea disinteresse da parte dei ragazzi. Ma se c’è una cosa che abbiamo imparato dai neuroscienziati è essere in grado di combattere con questi limiti. I traguardi raggiunti nell’apprendimento della Matematica in 4 settimane corrispondono a quelli che, in media, si otterrebbero in 2 anni e mezzo di lezioni con un apprendimento scolastico tradizionale”
Segnala la prof che anche in America c’è lo stesso sospetto delle donne nei confronti delle STEM: “Nonostante le studentesse raggiungano traguardi migliori rispetto ai ragazzi, scelgono di non continuare poi con l’approfondimento di queste discipline Proprio per questo è importante stimolare nei più giovani connessioni e idee a partire dalla scuola primaria e secondaria. Se tutti gli insegnanti adottassero questo tipo di approccio, sono convinta che il gender gap nello studio delle STEM si ridurrebbe notevolmente”.
Per questo “Operazione Cielo” è rivolta soprattutto a incoraggiare le ragazze a studiare le discipline scientifiche, considerato pure che l’Italia si trova agli ultimi posti in Europa nei test di scienze e tra gli ultimi tra i paesi OCSE