Succede ogni anno ormai, da quando le nostre scuole sono frequentate da alunni con religione diversa dalla cristiana. Invece della pace e della fratellanza, della Misericordia, annunciata dal Papa per il Giubileo, il Natale, che simboleggia la salvezza dell’Umanità, si addobba anche con le polemiche, le denunce, le accuse. Ma anche tra le luci dell’albero e perfino dentro le canzoncine si tende a trova stonature.
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Generalmente i dirigenti giustificano tale scelta col motivo di promuovere un’educazione interculturale, ma certa politica si straccia le vesti in difesa delle tradizioni. Che poi è pure la tolleranza, nelle corde del pensiero occidentale, insieme ai principi di libertà e autonomia; e se una scuola decide di non urtare la sensibilità delle sua utenza, avrà le sue buone ragioni.
Ma siccome ogni occasione è buona per farsi notare, si scorda che anche la Fuga in Egitto del Bambinello coi genitori per non farsi ammazzare da Erode, fa parte della cultura intimamente cristiana.
E così accade che venga allestito in una chiesa Potenza un presepe che, oltre ada vere i pastori della tradizione napoletana, ha anche quelli musulmani con Maria in burqa e Giusppe-Mustafà
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