L’ONF – Osservatorio Nazionale Federconsumatori ha recentemente pubblicato il sesto rapporto nazionale sui costi delle università italiane.
“Il quadro che ne emerge è preoccupante – afferma Alberto Campailla, portavoce di LINK – Coordinamento Universitario – non solo la tassazione media è elevata in tutte le fasce, dai 530 euro nella I fascia ad addirittura i 2246,50 nell’ultima, ma è anche profondamente diseguale su tutto il territorio italiano e in molti atenei c’è anche una differenza rilevante tra la tassazione delle discipline di area umanistica e quelle di area scientifica – a Padova e a Roma La Sapienza la differenza ammonta ad esempio a ben 100 euro in ultima fascia. Ciò sta a dimostrare quanto in realtà sia limitata la possibilità degli studenti di scegliere liberamente il corso di studi da frequentare poichè la scelta è fortemente condizionata dalla collocazione territoriale di quest’ultimo e dalla presenza di un eventuale tassazione differenziata.”
“Non finisce qui – prosegue Campailla – perchè l’inaccessibilità dell’università oggi è resa ancora più drammatica e reale a causa dei disastrosi effetti del nuovo calcolo dell’ISEE, che ha determinato una calo altissimo di richieste di accesso alla borsa di studio rispetto allo scorso anno: si tratta di percentuali che oscillano tra il 10% della Toscana e il 40% della Puglia e che evidenziano un vero e proprio processo di esclusione degli studenti dal diritto allo studio e troppo spesso, di conseguenza, dal percorso universitario, a causa delle rette salatissime questi studenti devono pagare. Ma l’insostenibilità dei costi – aggiunge Campailla – riguarda la totalità degli studenti, dal momento che il nuovo calcolo, facendo risultare tutti “più ricchi” di quel che erano lo scorso anno, a parità di reddito e patrimonio, determina un ulteriore aumento delle tasse in quanto gli studenti vengono assegnati a fasce più elevate”.
“E’ proprio per questo – aggiunge ancora Campailla- che gli studenti universitari di tutta Italia hanno cominciato a mobilitarsi a partire dalla giornata di ieri, organizzando assemblee, blitz nelle facoltà, attività informative ed azioni comunicative in oltre 15 atenei italiani, chiedendo che venga prevista una sanatoria per coloro che sono esclusi a causa dell’ISPE, l’abolizione dell’ ISPE come paramentro indipendente e l’innalzamento a 23000 euro della soglia ISEE. Vogliamo che l’accesso all’università venga realmente garantito a tutti e tutte, e ciò può essere realizzato solo se si mette in discussione l’idea che l’università debba gravare sulle spalle degli studenti e delle loro famiglie e non invece interamente sulle casse pubbliche, come avviene in moltissimi paesi europei -non da ultima la Geramania – in cui l’università è completamente gratuita.”
“Per portare avanti le nostre rivendicazioni – conclude il portavoce di Link – parteciperemo all’importante momento di confronto “Fuori Dall’Emergenza” promosso dall’FLC-CGIL e previsto per l’1 e 2 settembre, e continueremo a mobilitarci a partire dal 9 ottobre, in cui scenderemo in moltissime piazze italiane con la Rete della Conoscenza chiedendo, tra le molte rivendicazioni, che i luoghi della formazione siano realmente aperti ed inclusivi e che venga garantito un reale diritto allo studio”
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