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Ecco la manovra finanziaria di Sbilanciamoci

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94 proposte per racimolare 29 miliardi di euro, questa la controfinanziaria di “Sbilanciamoci!”, sostenuta da una cinquantina tra associazioni e organizzazioni della società civile laiche e cattoliche. Il dossier “Come usare la spesa pubblica per i diritti, l’ambiente, la pace” è stato presentato oggi, 27 settembre, a Roma presso la Fondazione Basso.
“Per far crescere la torta bisogna prima fare delle fette più eque per tutti”, affermano i promotori. “È ora che i mercati finanziari, i rentiers e le banche si facciano da parte”.
“Basta con il neoliberismo, basta con le politiche di austerity, basta con la subalternità ai mercati finanziari, basta con una politica economica che sta aumentando le sofferenze sociali e accentuando la depressione e la recessione dell’economia reale”.
“Serve un modello di sviluppo in cui, alcune merci, consumi, pratiche economiche siano giustamente condannate alla decrescita (il consumo di suolo, la mobilità privata, la siderurgia inquinante) e altre siano invece destinate a crescere; quelle di un’economia diversa che abbia tre pilastri: la sostenibilità sociale e ambientale; diritti di cittadinanza, del lavoro, del welfare degni di un paese civile; la conoscenza come architrave di un sistema di istruzione e di formazione capace di far crescere il paese con l’innovazione e la qualità”.
Tra le 94 proposte messe in campo la concessione di un credito di imposta alle imprese che assumano giovani ricercatori per un periodo fino a 18 mesi (costo 100 milioni per 4 mila ricercatori); una tassa sul lavoro interinale per scoraggiarne il ricorso su periodi troppo brevi (ricavo 100 milioni); un finanziamento di 2 miliardi sotto forma di credito d’imposta per le imprese che stabilizzano i lavoratori precari (se ne regolarizzerebbero 5 mila); la cancellazione dei fondi alle scuole private e del buono scuola (risparmio di 500 milioni).
Si propone anche la chiusura dei Cie, risparmiando i 236 milioni previsti dalla legge di stabilità per l’apertura di nuovi Centri di identificazione ed espulsione;
il ritiro delle truppe italiane dalla missione in Afghanistan (risparmio 740 milioni);
la riduzione dei programmi d’arma (800 milioni di risparmio tra cancellazione della produzione di 90 cacciabombardieri, 4 sommergibili Fremm e delle due fregate Orizzonte);
misure fiscali che penalizzino il rilascio del porto d’armi (ricavo di 170 milioni).
Contro l’evasione fiscale, Sbilanciamoci propone il ripristino dell’elenco clienti-fornitori per le imprese, il divieto di pagamenti in contanti oltre i 300 euro, la reintroduzione del reato di falso in bilancio. Ancora, si chiede – sul modello francese – di introdurre un’aliquota del 75% sui redditi al di sopra del milione di euro (gettito addizionale di 1,4 miliardi di euro). “Il nostro giudizio sulla legge di stabilità, che presenta luci ma molte ombre, è complessivamente negativo” ha detto Giulio Marcon, portavoce della campagna. “Speriamo che nella prossima legislatura emerga la consapevolezza della necessità di un modello di sviluppo diverso”.