Con la supervisione del Politecnico di Torino parte l’esperimento Sysdev: una scatola nera che monitorata per sapere se ci sono problemi di staticità, ben prima che compaiano le crepe dentro l’edificio, ma anche per misurare la qualità di vita all’interno.
«I sensori sono un po’ come la pelle per il corpo umano: sentono l’ambiente e lo traducono in numeri da analizzare con l’intelligenza artificiale», scrive la Stampa, riportando le parole di Marco Bonvino e Leo Italiano, a.d. della start-up.
Si tratta dunque «di un cambio di paradigma: crediamo che la “scatola nera” diventerà normale per un edificio come lo è per un aereo».
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L’esperimento interessa la scuola elementare Armstrong, scelta dal Comune di Torino perché fa parte di un quartiere in cui si stanno sperimentando varie novità tecnologiche.
La scuola sarà tappezzata con 50 scatoline, i Shbox grosse come un pugno ma in grado di raccogliere una marea di dati.
Quelli strutturali e quelli ambientali: «Insomma i dati utili per evitare sprechi», viene precisato.
La scuola avrà la scatola nera gratis per un anno e siccome i dati verranno spediti a un punto di raccolta, la start-up piazzerà nel quartiere anche una serie di colonnine per la rete wireless . I dati permettono di creare un «gemello digitale» dell’edificio. I movimenti sospetti di muri e travi vengono segnalati con un semaforo. «Così gli ingegneri potranno fare tutto da pc».
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