Il progetto “Senza Zaino”, già diffuso da un decennio in Toscana, sta riscuotendo successo in molte regioni, che vogliono passare ad una scuola all’insegna dell’autonomia e della cooperazione.
Il vecchio fardello, divenuto troppo pesante col passare del tempo, sta per scomparire tra le classi di scuola primaria; solo una piccola valigia per la merenda e i compiti per casa, perché gli studenti trovano tutto in aula, che non avrà banchi e sarà organizzata in isole.
La mattina, liberi da ogni peso, ci siede nell’agorà e si discute con l’insegnante in merito al programma della giornata.
Via la cattedra e spazio a pochi tavoli, dove si svolgono tutte le attività in gruppo, perché la condivisione è alla base del progetto, inventato undici anni fa da Marco Orsi, preside e pedagogista di Lucca, che riprende molti punti dal modello Montessori.
Fino ad oggi le scuole aderenti al modello sono 83, come riporta il sito “Senza Zaino”, ma il numero è destinato a crescere. Solo in Lombardia, regione che si sta dimostrando molto ricettiva al progetto, si stima che a settembre entreranno circa 400 bambini “senza zaino”, tanto che una scuola, la “Brunacci” dell’Istituto Comprensivo “Thouar – Gonzaga”, potrebbe diventare la prima scuola elementare lombarda ad avere tutti gli alunni liberi dai fardelli.
Il coinvolgimento delle famiglie risulta parte fondante del progetto, permettendo ai genitori di assistere alle lezioni ed eventualmente intervenire.
Il docente, senza cattedra quindi, si sposta tra i tavoli e cerca di aiutare gli studenti attraverso stimolazioni varie (mimica, linguaggio non verbale, immagine), limitando il più possibile la comunicazione verbale.
Anche se i programmi da seguire sono quelli ministeriali, gli insegnanti di queste scuole “del futuro” seguono dei corsi ad hoc tenuti dalla rete nazionale Senza Zaino.
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