Sembra stia andando abbastanza spedito il nuovo, pericoloso gioco, inventato chissà da chi e in quali circostanze, che sta coinvolgendo molti giovanissimi, digiuni di sesso ma desiderosi di esperienze forti.
Si chiama “sex roulette” alla quale, in somiglianza alla famigerata roulette russa, gli adolescenti adepti si sottopongono, sfidando non solo le possibili malattie del rapporto non protetto ma anche la eventuale gravidanza.
Il fenomeno è venuto a galla dopo che una ragazzina di 14 anni è rimasta incinta partecipando a questa sorta di gioco perverso, basato appunto sui rapporti sessuali non protetti fra coetanei e sfidando la sorte: chi resta incinta, perde.
La vicenda è pubblicata da Repubblica che riporta la testimonianza di una avvocata, venuta a conoscenza del caso grazie al progetto Legal Love, avviato da un anno dall’associazione Road to Green, che prevede una serie di lezioni nelle scuole medie e superiori, su temi delicati come droga, bullismo, malattie sessualmente trasmissibili, malnutrizione.
Si tratta dunque dell’ultima drammatica tendenza esplosa sui social romani, consistente in una sorta di sfida partita su tik tok.
Qui viene lanciato un messaggio a cui aderiscono ragazzi minorenni che si devono inscrivere a una chat chiusa, dentro la quale si danno appuntamento in luoghi come case o giardini appartati e tutti fanno sesso con tutti senza preservativi.
Si tratta, si legge su Repubblica, di rapporti sessuali completi e nonostante siano ragazzi giovanissimi, spesso minorenni, c’è la possibilità di rimanere incinta o di contrarre malattie sessuali.
E infatti, la ragazzina che ha confessato la sua gravidanza all’avvocata, ha dichiarato che non sapeva chi fosse il padre, “perché è il figlio di una Sex Roulette. È la prima volta che a Roma sento il caso di una ragazza così piccola rimasta incinta a causa di questa sfida maledetta, ma ritengo possibile che per pudore o timore da parte delle famiglie ci sia la tendenza nascondere altri eventuali episodi simili. Quindi c’è la possibilità che ci siano altri casi. Questi ragazzi – continua a dire l’avvocata- sono afflitti da una dualità comportamentale: la prima corre sui social ed è fittizia mentre la seconda corre sulla realtà della vita vera. Il problema è che non riescono sempre a distinguere la prima dalla seconda. Sta agli adulti dare a loro una rotta sicura”.
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