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Ecco la stretta del ministro contro i diplomifici

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March 31, 2025

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Il ministro l’aveva promesso subito dopo la sua dichiarazione relativa al riconoscimento del bonus scuola per tutti, grazie al quale le famiglie possono scegliere quale scuola frequentare, sia pubblica che privata, e cioè di fare chiudere i diplomifici, dove, pagando, si ottiene il diploma senza colpo ferire e senza neanche aprire un solo libro. 

Aveva infatti dichiarato, parlando con i giornalisti a margine della visita all’Istituto Tecnico Industriale “Galileo Ferraris” di Scampia, a Napoli:  “Nel Consiglio dei Ministri di domani andrà la norma contro i diplomifici. Questa norma l’avevamo inserita in un disegno di legge ma quel disegno di legge va troppo lentamente e per il prossimo anno scolastico questa norma deve partire perché vogliamo una scuola seria, una scuola dove i diplomi non si regalano, vogliamo una scuola che sia all’altezza delle straordinarie potenzialità dei nostri giovani. Quindi con decreto legge la norma entrerà subito in vigore”.

E oggi, sul Sole 24 ore leggiamo le novità, che consisterebbero nel dare mandato agli Uffici scolastici regionali di autorizzare una scuola paritaria ad attivare solo una classe terminale collaterale per ciascun indirizzo di studi già funzionante nella medesima scuola.

In altri termini, vuol dire che non si potranno formare altre quinte classi se non in linea e in continuità che con le classi precedenti. Inoltre la richiesta di autorizzazione dovrà pervenire entro il 31 luglio precedente all’inizio dell’anno scolastico di riferimento, questo appunto per garantire che la frequenza non sia un fatto aleatorio. E sarebbe anche un modo per valutare, da parte degli Usr,  le pratiche di nuove aperture di classi, evitando inoltre alle scuole di sfruttare il ‘silenzio-assenso’ per creare altre quinte, soprattutto in presenza di molte richieste. 

Infatti il meccanismo abbastanza collaudato  consiste nel fare recuperare più anni di scuola con un unico esame di idoneità agli alunni per poi iscriverli alla quinta classe,  a cui, se ha un numero alto di nuovi iscritti, vengono aggiunte altre classi collaterali, creando così una sorta di evidente, come dice il ministero,  “piramide rovesciata” per cui si hanno scuole che in partenza dispongono di una sola sezione (una prima, una seconda ecc.)  ma che al quinto anno si moltiplica per incanto con diverse quinte. 

A questo punto tuttavia, in fase di esame di stato e con la commissione mista, si dovrebbe  comunque avere un minimo di garanzia di “merito”, ma sta di fatto che nei diplomifici alla fine dell’anno tutti ottengono il diploma. 

Ma c’è di più: lo studente può sostenere, nello stesso anno scolastico, gli esami di idoneità al massimo per i due anni di corso successivi a quello per il quale ha conseguito l’ammissione per effetto dello scrutinio finale. E per garantire la correttezza degli esami di idoneità, sarebbe previsto di inserire la figura di un docente esterno alla scuola medesima  e dunque nella commissione composta finora da soli prof interni. 

E infine, è stato posto l’obbligo alle scuole paritarie di adottare gli strumenti della pagella elettronica, del registro online e del protocollo informatico. Sarebbe pure vietato fare iscrivere gli studenti  ancor prima che le classi siano autorizzate, per poi avviare l’attività didattica in autonomia.

Non è chiaro se prima le scuole paritarie potessero non adottare il registro elettronico, ritenendolo solamente per loro un optional, ma appare evidente che questo ultimo provvedimento potrebbe benissimo venire aggirato, falsificando presenze e numeri. 

Ciò di cui non si parla, anche perché finora si tratta di anticipazioni giornalistiche,  ma che faceva parte del riconoscimento della istruzione paritaria  in base alla  legge 62 del 2000 sulla parità scolastica, riguarda l’implementazione di istituti di controllo, di ispettori cioè che vigilino con continuità e competenza sull’effettivo funzionamento di queste scuole.