Ecco le novità per gli Its con la ‘Buona scuola’

Al  Miur sono stati presentati i dati di Indire sugli Its, e le novità che si prospettano con la Buona Scuola.

 Il modello degli Istituti Tecnici Superiori, di matrice tedesca, offre una formazione altamente professionalizzante e fino ad esso l’approccio è sembrato vincente. Secondo le rilevazioni aggiornate al 21 ottobre 2015, il tasso di occupazione dei corsisti è dell’80%.

Cresce quindi l’attrattiva per i percorsi tecnici alternativi all’università facendo di conseguenza sviluppare l’offerta formativa.

Il sottosegretario all’Istruzione, Gabriele Toccafondi vuole premere l’acceleratore su questo segmento di istruzione, considerando che gli Its attualmente sono 82 e tra i primi diplomati a un anno dalla fine del corso il 79,9% ha un contratto di lavoro.

Intanto dal 2016 vedranno aumentati i finanziamenti che passeranno dal 10% al 30%. Inoltre i percorsi acquisiranno un punteggio, sia sulla valutazione complessiva sia sul tasso di occupazione dei diplomati, per cui chi non raggiungesse questi standard non verrà finanziato o addirittura, se avrà cattivi risultati per 3 anni consecutivi, si vedrà togliere la possibilità di rilasciare il titolo nazionale. Una commissione nazionale presso il ministero avrà poi il compito di valutare, con il supporto scientifico di Indire e il contributo di enti e imprese, il livello di qualità e di innovazione dei diversi percorsi.

Si amplierà poi l’offerta formativa e verranno proposte 12 aree di specializzazione per attività di ricerca applicata in collaborazione con le imprese e con i soggetti interessati, si andrà dall’aerospazio alla chimica verde, al blue growth (sviluppo sostenibile area marina) al design e alle tecnologie per la vita.

Dice il sottosegretario Toccafondi: “Occorre alzare il livello qualitativo: gli Its hanno dimostrato che quando la scuola, le aziende, il mondo del lavoro, gli enti di ricerca collaborano i risultati si vedono”.

Inoltre dal 2010 in media sono stati aperti una ventina di Its all’anno, su richiesta da parte delle aziende cresce, considerato pure che i corsi prevedono infatti 600 ore obbligatorie da effettuare sotto forma di stage all’interno delle imprese. E proprio sul coinvolgimento delle Le aziende, che sono state 3.156, di cui il 7% è costituito da una grande azienda, Toccafondi precisa: “È qui che serve un salto di qualità. Bisogna coinvolgerne sempre di più perché loro hanno sempre più bisogno di personale qualificato. Basta fondi a pioggia – spiega Toccafondi -: il 30% delle risorse per gli Its (20 milioni circa) sarà assegnato su parametri qualitativi basati per il 40% sull’occupabilità dei ragazzi. Gli Its che riceveranno una valutazione inferiore a 50/100 non riceveranno finanziamenti e, dopo 3 anni di valutazioni negative, non potranno più rilasciare titoli di studio”. La formazione degli Its, continua Toccafondi, “va inclusa nel Piano Nazionale della Ricerca e poter quindi accedere ai fondi Pon (20 milioni di euro), ma soprattutto bisogna entrare nell’orientamento alle scuole superiori: bisogna rendersi conto che le nostre eccellenze possono uscire anche da questo tipo di scuole, più legate al mondo del lavoro di quanto non lo siano altre realtà: c’è un muro culturale da abbattere”.

Pasquale Almirante

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