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Ecco le scuse dei neghittosi per evitare scuola e interrogazioni

Si tratta di una ricerca dentro la serie: “interrogato? allora meglio rapito”, proposto da Skuola.net, per capire fino a che punto l’immaginazione di chi non ha voglia di studiare e di andare a scuola può giungere. 

L’ultima invenzione è di pochi giorni, allorchè una ragazzina del Torinese si sarebbe “prima informata bene, poi, avendo letto sul web di una coetanea che, con il suo stesso scopo, si è inventata di essere stata avvicinata da un maniaco, ha pensato di fare la stessa cosa. Peccato che ora si trovi una bella segnalazione alla Procura dei Minori”. Ma la paura di essere interrogati o di non essere pronti per un compito in classe alimenta all’inverosimile il numero delle scuse.

Purtroppo, scrive Skuola.net, non è nemmeno la prima volta che la paura di essere interrogati ha portato gli studenti a fare cose estreme e, in alcuni casi, persino pericolose.

Per esempio lo scorso febbraio a Collegno 8 ragazzi e una bidella sono stati portati in ospedale dopo che una studentessa ha spruzzato lo spray al peperoncino in classe. Nemmeno un anno fa, invece la stessa cosa è accaduta in una scuola di Brescia.

Ma c’è anche dell’altro: “a Napoli alcuni studenti ci sono andati giù pesantemente per far chiudere la scuola. È bastata una buona dose di creolina a far lanciare l’allarme rosso al Giordani e all’alberghiero Tognazzi-De Cillis nel dicembre 2014.  Allarme, perché la creolina è un disinfettante che può persino avvelenare con il solo odore”.

    Tra i mille modi per non essere interrogati ci sono anche i finti svenimenti per saltare il confronto con i professori, come è accaduto a Sassuolo (Modena) sempre nel 2014. “La moda del ‘flash indiano’ che consiste proprio nel perdere i sensi con tutte le intenzioni – fa sapere ancora skuola.net – quella volta ha mandato in ospedale un ragazzo che si è provocato lo svenimento durante la ricreazione. Invece, con lo scopo di saltare la lezione, un altro ragazzo ha rischiato la morte lo scorso febbraio bevendo acqua e candeggina”.

Pasquale Almirante

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