Dopo l’accordo su un’ipotesi di massima del contratto sulla mobilità 2016/2017, arriva lo sfogo dei docenti che hanno scioperato il 5 maggio 2015 e dei docenti neoassunti in fase B e C che si sentono figli di un Dio minore.
I commenti su i social sono di sdegno, sconforto, desolazione e in qualche caso di rassegnazione. C’è già chi pensa alla roulette russa della mobilità su tutti gli ambiti a livello nazionale, per capire a quanti chilometri da casa finirà. D’altronde si sapeva che la scelta del governo di fare un algoritmo diverso tra fase B e fase C, per evitare l’esodo dal sud al nord del Paese, sarebbe stato solo un contentino provvisorio in attesa della mobilità definitiva in un ambito territoriale d’Italia.
Ma cosa accadrà ai docenti entrati in ruolo con la fase B e C, con la prossima mobilità? Proviamo a spiegarlo con un esempio pratico.
Prendiamo una classe di concorso a caso: l’A019 discipline giuridiche ed economiche. In questa classe di concorso attualmente ci sono 39 posti in organico potenziato, questi posti verranno distribuiti nei tre ambiti territoriali in cui la provincia viene divisa. Quindi ci saranno all’incirca 13 posti per ambito territoriale. Premettiamo che, con molta probabilità, fatti salvi i posti da riservare per il prossimo concorso a cattedra, il resto andrà al 100% a trasferimento. La prima fase della mobilità consentirà ai docenti perdenti posto nell’ottennio e richiedenti ogni anno il rientro nella scuola di precedente titolarità di rientrare. In seconda fase ci sono i docenti che si spostano in provincia e quindi lasciano vacante una cattedra in un ambito per acquisire la titolarità in una scuola di altro ambito. Quindi negli ambiti più ambiti diminuiranno di molto le cattedre disponibili e aumenteranno in quelli periferici e meno richiesti. Ovviamente ci sono anche i docenti in esubero, i cosiddetti DOP, che richiederanno di rientrare in una scuola. Alla fine di queste fasi uno dei tre ambiti avrà esaurito i posti e gli altri due avranno incrementato le disponibilità delle cattedre vacanti in 16 e 18 posti. Poi c’è la fase della sistemazione dei docenti neoassunti in fase 0 e in fase A che sono 11 e andranno ad occupare, secondo le richieste delle scuole espresse nella domanda di mobilità, 3 posti di un ambito e 8 dell’altro.
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A questo punto un ambito è rimasto con 13 posti e l’altro con 10. Con la fase della mobilità interprovinciale e dei passaggi di ruolo (a cui è riservato un posto ogni 4) si determinerà di fatto un azzeramento o quasi dei posti disponibili. Quindi i docenti della fase B e C, eccetto qualche minoritaria eccezione, verranno trasferiti fuori dalla loro provincia, nel primo ambito in cui c’è un posto libero. La scelta dell’ambito dove il docente verrà collocato è dovuta al suo punteggio, e in caso di parità varrà l’età del più anziano. In buona sostanza si tratta di un vero terno al lotto che si realizzerà per moltissimi docenti. Fanno eccezione, ma solo in parte, alcune classi di concorso come matematica per le scuole secondarie di primo grado o matematica e fisica, per il semplice fatto che ci sono molte disponibilità e un basso numero di docenti in mobilità. Quindi con la buona pace di tutti, lo sfogo d questi docenti merita il massimo della comprensione.
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