Su Il Sole 24 Ore di venerdì 11 agosto, interessante editoriale sui giovani e il lavoro. Il quotidiano economico con un fondo a firma di Alberto Orioli, parla dei tre shock che servono all’Italia per ripartire.
L’Italia ha il triste primato europeo di percentuale di popolazione inattiva (35%) tra quanti abbiano tra 15 e 64 anni di età; ha la più alta quota di giovani che non studiano e non cercano lavoro (26,9% con il record al Sud con il 38,4%); ricopre la terza posizione in Europa quanto a disoccupazione giovanile (35,4% e 56% al Sud)
{loadposition carta-docente}
TRE MISURE
– La decontribuzione funziona ed è uno strumento potente in uno dei Paesi che ha il cuneo fiscale tra i più alti tra i “soci” Ocse.
Ma per destinare gli incentivi davvero solo ai giovani devono essere più vincolati all’età. Ed è positivo che il Governo stia studiando una forma di abbattimento del 50% del cuneo per un triennio, tarato solo per chi abbia fino a 29-35 anni.
– Il mix tra incentivazione delle nuove assunzioni e creazione delle competenze richieste è il cuore delle politiche attive del lavoro, vera cenerentola del Paese che fa del lavoro la caratteristica fondante della Repubblica. Le risorse sono poche e andranno concentrate al meglio affinché possano dispiegare l’effetto shock di cui c’è bisogno.
Di particolare interesse, per il mondo della scuola, è il terzo punto. Secondo Orioli “la cosiddetta educazione terziaria è carente quanto mai. In Europa, in media, un quarto dei giovani trova lavoro perché proviene da percorsi formativi professionalizzanti. L’esperienza dei 93 Istituti tecnici superiori triennali creata dal 2010 è ancora una nicchia, e finora ha diplomato 9mila giovani, l’80% dei quali ha trovato subito un impiego. Ciò che manca è l’Università: in Italia non esistono lauree professionalizzanti, cuore del successo del mercato del lavoro in Germania ad esempio, dove esistono 102 Università tradizionali ma ben 170 atenei di scienze applicate e professionalizzanti dove studiano 800mila ragazzi. In Italia ci sono 100 Università tradizionali e nessuna di scienza applicata”.
E il finale è molto amaro: “per evitare che i nostri ragazzi finiscano, magari con la loro laurea, su una bicicletta a consegnare pizze o sushi forse è arrivato il tempo che anche l’Università se ne renda conto”.
Come riporta La Repubblica, che ha attenzionato il caso di Milano, sono sempre di più…
Sono molti i vip che spesso si abbandonano a ricordi della scuola e dei loro…
Torna Rimaturità, la ‘prova d’esame’ per gli ex studenti del Liceo Classico Galileo di Firenze:…
Dal mese di dicembre 2024, l’INPS, tramite la “Piattaforma di Proattività”, ha avviato una campagna…
Hanno fatto discutere molto le parole di un docente di un liceo di Roma, scritte…
Le certificazioni che attestano la presenza in ospedale, necessarie per giustificare un’assenza dal lavoro o…