Ho letto l’articolo “Torniamo gambe levate alla Dad nella scuola secondaria” pubblicato tre giorni fa a firma Giuseppe Iaconis e non posso che essere d’accordo e supportare anche io fortemente un ritorno alla didattica a distanza.
Sono un avvocato, figlio di medico e di insegnante liceale, che ho ascoltato con attenzione e che concordano con me le considerazioni di seguito esposte.
Vorrei soprattutto sottolineare come la didattica in presenza – in scuole nelle quali è impossibile passare nelle aule fra i banchi se non con mascherine opprimenti e visiere e nelle quali contagiarsi è comunque inevitabile – già si stia ritorcendo, come si apprende dai mass-media, contro la salute fisica e psichica di giovani liceali, insegnanti con patologie pregresse e familiari di tutti loro.
Soprattutto sui trasporti, le misure adottate allo stato attuale risultano del tutto insufficienti ed i ragazzi viaggiano ammassati come bestie, con rischio di contagio elevatissimo.
Camminando ieri per strada, casualmente ho incontrato un gruppo di ragazzi, dei quali mi ha colpito uno che riferiva che, per una frenata della corriera e l’ammassamento, la mascherina è scivolata dal volto.
Temo, pertanto, fortemente un ritorno alla situazione di febbraio/marzo 2020, quando spesso era impossibile raggiungere telefonicamente un medico di base, stante il numero dei malati ed i numeri attuali non sono certo confortanti, soprattutto nella mia Regione, la Lombardia, la “grande malata”.
Ricordo che l’art. 32 della nostra Costituzione afferma che la salute è diritto fondamentale dell’uomo e come dice mio padre, “prevenire è meglio che curare”.
Inoltre, docenti, ma anche alunni sensibili, probabilmente sono a scuola “agitati” per dovere rispettare le regole e magari anche rimproverati se, come normale nella vita sociale, si è portati ad avvicinarsi o toccarsi.
Per non citare i momenti nell’intervallo, all’entrata ed all’uscita, di forte assembramento, nei quali i controlli probabilmente ed inevitabilmente sono lacunosi, nonostante l’impegno notevole delle Istituzioni Scolastiche.
Auspico, pertanto, una didattica a distanza seria, almeno in via provvisoria, in attesa che i focolai e tutti gli altri numeri si abbassino ad un livello accettabile.
La socializzazione dei ragazzi, anche con la didattica a distanza, è comunque rispettata, perchè gli stessi trovano il modo di incontrarsi ed anzi, hanno più tempo a disposizione, perchè, se non viaggiano, risparmiano in una giornata anche due ore, di tempo e di salute!
Mi sono naturalmente rivolto con questa lettera ai ragazzi delle scuole superiori, che non hanno bisogno della baby-sitter a casa in quanto autonomi; altro è il discorso per i piccoli, che necessitano di una persona che li curi.
Avv. Carlo Enrico Andreoni
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