Gentile redazione, sono una Dirigente Scolastica della provincia di Monza e Brianza. In relazione alla Scuola del merito, vi invio una mia riflessione.
Mi merito una scuola dove in centinaia, per non dire in migliaia di istituti, non si stia con il fiato sospeso nel caso una trave cada dal soffitto e uccida il malcapitato di turno.
Mi merito senz’altro una scuola dove ogni bambino con disabilità, già sfortunato di suo, non debba conquistare a suon di sentenze da parte dei giudici quel che gli spetta di diritto: lui/lei si merita un docente di sostegno, uno dico, in rapporto uno a uno, sottolineo, bravo e capace. Non mi merito uno Stato che gli nega vergognosamente quel che disonestamente gli promette.
Mi merito riforme scolastiche ma non a costo zero e senza ulteriori oneri per lo Stato, in un proliferare di figure e doveri che asfissiano segretari, docenti e dirigenti.
Mi merito un quadro dirigenziale, costituito da figure intermedie, pagate e retribuite come Dio comanda. Non gli spiccioli umilianti del Mof.
Mi merito una burocrazia che non mi asfissi tra richieste spesso impossibili da evadere in un sol giorno per non dire in un anno. Non mi merito reggenze che mi obblighino a gestire scuole con 2000 alunni e 18 plessi. Perché mi merito tempo da dedicare ai miei alunni e alla loro crescita.
Ci meritiamo onore e rispetto per il lavoro di ogni giorno in cui strappiamo almeno un alunno dal macello sociale.
E per favore non ci meritiamo il merito come qualcuno lo intende (il poligono da tiro per l’Unione Nazionale dei Ciechi), ma diritti e doveri nei confronti degli alunni da rispettare perché scritti nella Costituzione e non perché un’araba fenice li ha fatti cadere in volo, distrattamente.
Elena Salamone