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Eco ansia, Crepet: “I giovani hanno ansia per la maturità, per i voti. Hanno l’ansia per tutto, e gliel’abbiamo comunicata noi”

Si parla ancora di eco ansia, ansia legata al cambiamento climatico, parola che di recente è sulla bocca di tutti soprattutto dopo le lacrime di una ragazza che ha sollevato la questione al Giffoni Film Festival davanti al ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, facendolo commuovere.

“I ragazzi ci facciano delle proposte”

Lo psichiatra Paolo Crepet, che ha già commentato la faccenda, qualche giorno fa ha ribadito il suo pensiero a In Onda, su La7. “I giovani hanno l’ansia per qualsiasi cosa, perché gliel’abbiamo comunicata noi. Hanno l’ansia dell’esame di maturità, hanno l’ansia di prendere quattro, hanno l’ansia perché sono stati lasciati dal fidanzato o dalla fidanzata”.

“Noi adulti abbiamo avuto la bella idea di comunicare ansia a loro”, ha aggiunto l’esperto. “I ragazzi ci facciano delle proposte. Voglio sapere quella ragazza quanto consuma: se consuma quanto me, siamo complici. E allora possiamo piangere, ma non abbiamo diritto a lamentarsi”, ha concluso lo psichiatra e psicoterapeuta.

La psicologa che ha predetto l’eco ansia: “Non negare il problema”

Nel frattempo sul tema è intervenuta anche Virginia Martelli, psicologa psicoterapeuta bolognese, che è stata tra le prime, dalle pagine di Repubblica Bologna, a parlare di eco-ansia. A La Repubblica ha detto: “Problema che riguarda solo le nuove generazioni? Prevalentemente sì. Dagli adolescenti ai giovani adulti 25enni, in particolare chi si è appena laureato e deve attuare il passaggio alla vita adulta, iniziando a costruire il proprio futuro”.

“L’adolescenza ha come moto di base quello del pensarsi diversi dai propri genitori e di formare la propria personalità sulla scia di questa differenza. Del dirsi “saró meglio di loro”. E’ un passaggio necessario. Se però sento che non ho alcun potere di modificare la realtà nella quale vivo mi sento impotente, non potrò immaginarmi meglio di loro e qualcosa si inceppa”, ha aggiunto.

Ma come aiutare chi è preda di questo tipo di ansia? “Senza negare il problema o peggio sminuirlo. Che in tutti i casi di disturbo da stress post traumatico è la cosa peggiore che si può fare. Dir loro che sono fenomeni normali, che non esiste il cambiamento climatico, quando hanno visto i tetti scoperchiati è la cosa peggiore che si possa fare. Accolgo i sentimenti di paura e di impotenza dei miei giovani pazienti, li aiuto a prendere seriamente la loro preoccupazione e a immaginare insieme cosa è in loro potere per modificare la realtà, in modo da uscire dal sentimento di immobilità”, ha risposto l’esperta.

Laura Bombaci

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