Ed ecco che finalmente ci siamo, i nodi vengono al pettine, dopo tanto vaniloquio

Leggo il vostro articolo di oggi, 21 marzo, sull’intervista della signora Giannini al Corriere della sera. Dice: “Premiare i più capaci, disponibili e preparati. I dirigenti scolastici dovrebbero avere l’autonomia per farlo e si dovrebbero assumere la responsabilità delle loro scelte. Un insegnante può essere premiato con un aumento dello stipendio, ma anche con il ruolo di coordinamento di un’area didattica”.
Cari colleghi insegnanti, la prof.ssa Giannini, come molti suoi colleghi universitari, ci vorrebbe mettere nelle mani degli incapaci Dirigenti e, magari, renderci più simili a loro, cioè adatti a vivere in un sistema feudale, dove ciascuno è servo e signore al tempo stesso (almeno finché non arriva a collocarsi lassù, nel regno degli “ordinari”); un sistema dove i concorsi sono quasi sempre truccati, le valutazioni nazionali fanno ridere (speriamo che non ridano anche i magistrati che dovranno gestire i molti ricorsi, però), i professori arrivano a lezione e vanno via quando vogliono, saltano lezioni senza recuperarle, fanno fare gli esami ai dottorandi e dottori a vario titolo, gestiscono il potere come piccoli valvassini (altro che baroni), facendosi le scarpe tra di loro.
Che ci diano Dirigenti realmente all’altezza, con curricula specchiati, comprovanti, in maniera minuziosa, le specifiche competenze (non quelle millantate) che li metterebbero in grado di valutare chi, spesso, ha molte più conoscenze e capacità di loro; e ci diano regole di valutazione trasparenti, da democrazia avanzata (altro che decreto del signor Brunetta, un altro professore universitario). E, innanzitutto, ci diano l’esempio, i professori universitari: rinuncino ai loro Senati, alla nomina dei loro presidi e si facciano valutare da burocrati di valore specchiato, ammesso che ne esistano, in questo paese corrotto alle radici.
Molti di noi insegnanti (non tutti, però: buona parte della categoria contribuisce con successo a consolidare le banalità ricorrenti nel senso comune contro di noi, magari con l’appoggio dei sindacati, che preferiscono veder aumentare le tessere e non hanno interesse alla qualità dell’insegnamento) già deve subire i piccoli e incapaci burocrati chiamati Dirigenti, dai curricula poco specchiati, laureati che mai manderemmo in classe a far lezione.
A proposito di specchi e trasparenze: dov’è il completo curriculum vitae della prof.ssa Giannini, in cui ci spieghi come ha fatto carriera, a Pavia e università seguenti, prima e dopo il 1991? Sul web ci sono solo vaghe notizie, forse un politico che pretende di dare giudizi a destra e a manca dovrebbe stare al gioco della trasparenza. E poi, una volta per tutte, signor Ministro; non sarebbe bene che ci spiegasse quali sono le competenze che la mettono in grado di giudicare il funzionamento della scuola? Grazie. La saluto dal mondo delle macchinette con il caffè imbevibile e con il bagno (unico per 42 docenti) senza acqua calda.
I lettori ci scrivono

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