Lo sciopero del 5 maggio 2015, per la sua portata, è stato storico. L’estate non ha mandato in vacanza la scuola, perchè insegnanti, personale e studenti, hanno cercato sempre notizie in rete.
Questo perché la Legge 13 luglio 2015, nota a livello propagandistico come Buona Scuola, ma per la comunità scolastica Cattiva Scuola, ha introdotto uno stato di agitazione permanente.
Tantissimi i contenziosi già avviati nei Tribunali, altri ne arriveranno, ci saranno assemblee nei primi giorni di scuola, si lavora in vista di una enorme manifestazione nazionale, si discute sul referendum abrogativo, si discute su come boicottare, bloccare, ostacolare una Legge che riscrive totalmente la scuola, che va contro i lavoratori della scuola, non ascoltati, e neanche sentiti.
Tanta propaganda vi è stata, tra pillole informative, spesso disinformative, perché forse non è stata capita neanche da chi ha scritto, o meglio votato e difeso il detto provvedimento legislativo.
Si è partiti in via caotica già con quella che doveva essere la procedura più semplice, snella, da adempiere, quale il piano di assunzioni, non oso pensare cosa accadrà con il resto.
Il presente anno scolastico è determinante, perché anno ponte che dovrà traghettare il passato della scuola della Costituzione, della scuola pubblica, alla nuova scuola, scuola azienda, scuola delle competenze, della competizione, della estrema flessibilità. Vi sono pochi dubbi in tal senso.
Questo anno scolastico darà il là ad una miriade di azioni e contrasti che renderanno la scuola pubblica difficilmente gestibile, difficilmente governabile, non so ben dire se sarà l’anno scolastico più conflittuale da quando esiste la Repubblica Italiana, certamente sarà uno dei più conflittuali che avrà come parole d’ordine, Scuola Pubblica, Scuola della Costituzione, dignità, e libertà d’insegnamento e diritto allo studio.
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