L’8 luglio Edgar Morin ha compiuto 103 anni.
Morin è considerato uno dei più importanti filosofi del Novecento e pioniere del pensiero della complessità.
Ne parliamo con Italo Fiorin, esperto dell’opera di Morin e docente di pedagogia sociale all’Università LUMSA di Roma.
Morin è universalmente riconosciuto come il “filosofo della complessità”, capace di oltrepassare i confini disciplinari per offrire una prospettiva più allargata e integrata sulla realtà. Una delle sue intuizioni più significative è l’esigenza di superare i limiti delle discipline tradizionali, che spesso frammentano la conoscenza, per accogliere un approccio più olistico. Questo pensiero risuona con particolare forza nel contesto educativo, dove è fondamentale superare la semplificazione per formare menti capaci di connettere diverse aree del sapere.
La Complessità e l’Educazione
Il passaggio da un paradigma di semplificazione a uno di complessità richiede un’educazione in grado di riformare il pensiero stesso. Morin intravede nell’educazione la leva per un profondo cambiamento culturale. Partendo dalla sua vasta esperienza in vari ambiti del sapere, compresa la cinematografia e la resistenza al nazismo, Morin sfocia in una concezione dell’educazione come strumento per comprendere e affrontare le sfide del presente e del futuro.
Verso una ‘Testa Ben Fatta’
Citando Montaigne, Morin enfatizza l’idea che valga più “una testa ben fatta” che “una testa ben piena”.
In questo contesto, una “testa ben fatta” è quella che sa organizzare le informazioni, collegarle e dar loro un senso, piuttosto che limitarsi a immagazzinarle passivamente. La “testa ben fatta” è quindi quella educata a un pensiero capace di integrare il razionale con il narrativo, il mitico, e tutte quelle dimensioni che contribuiscono alla nostra comprensione complessiva del mondo.
Nel 2007, in Italia, Morin ha contribuito alla riscrittura delle Indicazioni Nazionali per le scuole, inserendovi i principi del suo pensiero sulla complessità e sull’educazione. Grazie al suo intervento, i programmi scolastici italiani hanno iniziato a incorporare idee come quella di una cittadinanza ‘plurale’ e di un’educazione che prepari i giovani a essere cittadini responsabili, tanto a livello locale quanto globale.
L’intervista a Italo Fiorin, che riproponiamo oggi, era stata realizzata tre anni fa in occasione del centesimo compleanno del filosofo francese.
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