Gli utenti della scuola, studenti e genitori, reputano gli edifici scolastici da loro frequentanti tutt’altro che sicuri. Il dato emerge dalla II indagine su “Conoscenza e percezione del rischio sismico”, presentata da Cittadinanzattiva e Dipartimento della Protezione Civile, in occasione della VIII Giornata nazionale della sicurezza scolastica che si è svolta il 25 novembre in oltre 5mila scuole
Basta dire che più di un terzo dei genitori (39%), dopo la scossa sismica, si precipiterebbe con la macchina a prendere i figli a scuola (addirittura la metà degli abruzzesi intervistati): un comportamento comprensibile, ma che la dice anche lunga sulla considerazione pubblica dell’affidabilità delle nostre strutture scolastiche. A contribuire a questo atteggiamento apprensivo, la scarsa considerazione del livello di sicurezza della scuola frequentata dai propri figli: solo un genitore su quattro (24%) si dice sicuro che la stessa sia costruita secondo i criteri antisismici e, dall’altra parte, a confortarli non c’è nemmeno la percezione dei loro figli, visto che il 28% di essi non ritiene sicura la scuola che frequenta. Poi ci sono quelli che dichiarano di non sapere se la propria scuola sia sicura o meno (41,5%): complessivamente il 69,5% degli studenti del campione intervistato. Molti studenti la ritengono “non sicura” per il fatto che si tratta di un vecchio edificio (78%) o in quanto presenta crepe (60%) o infiltrazioni di acqua e tracce evidenti di umidità (40%).
A proposito delle attività di prevenzione e formazione della scuola, solo un genitore su quattro dichiara che vengono realizzate, in netta diminuzione rispetto al dato del 2009 (44%). A livello regionale, i più coinvolti nelle iniziative di prevenzione e formazione promosse dalle scuole si dicono i genitori della Toscana (32%), molto meno quelli del Lazio (15%) e dell’Abruzzo (17%). Il discorso cambia, stavolta in positivo, quando si parla delle attività di formazione e prevenzione rivolte agli studenti: l’89% sostiene di aver partecipato alle prove di evacuazione nell’ultimo anno. Ben al di sotto della media, il Lazio che su questa voce fa registrare il deludente 67%, di contro l’Abruzzo in cui il 96% dei ragazzi afferma di aver partecipato a prove di evacuazione.
Non che per la casa di proprietà le cose vadano molto meglio. Anzi, perchè meno di un genitore su due (48%) dichiara che la propria abitazione sia sicura, rispetto al 56% dei loro figli. I meno sicuri sono risultati i lombardi: solo in un caso su tre metterebbero la mano sul fuoco sulla sicurezza della propria abitazione. Non solo: il 16% dei genitori e il 14% degli studenti, pensa che non si può fare nulla per rendere la casa più sicura di fronte ad un sisma. Sulle misure concrete da adottare vengono comunque indicate correttamente quella di evitare di tenere oggetti pesanti su mensole e scaffali, fissare librerie, armadi e credenze ai muri, ma non manca chi è convinto che possano servire caschi di protezione per tutti i componenti della famiglia.
Assai scarsa infine la conoscenza della sicurezza del territorio del Comune in cui vivono, sia negli studenti che nei genitori intervistati. Solo il 40% dei primi e il 64% dei secondi sa cosa sia la classificazione sismica di un territorio; il 74% degli studenti e il 72% dei genitori non conosce a quale zona sismica appartenga il proprio Comune. I Piani comunali di emergenza sono sconosciuti ai più, e oltre l’80% degli adulti e il 78% dei ragazzi non conosce le aree comunali di attesa, ossia quelle in cui radunarsi in caso di emergenza. Sbagliano anche nell’individuare chi sia il responsabile della redazione del Piano comunale: erroneamente credono siano i vigili del fuoco; solo uno studente su quattro e poco più dei genitori (29%) sa che invece competente è il Comune. I più informati in generale sul proprio territorio sembrano essere gli studenti dell’Abruzzo che superano la media nazionale. Ma sono sempre gli abruzzesi che si confondono più degli altri nell’individuare la prima autorità ad intervenire in caso di emergenza: il 77% degli studenti abruzzesi e addirittura l’83,5% dei genitori ritiene erroneamente che sia il Capo del Dipartimento della Protezione Civile.
A proposito delle attività di prevenzione e formazione della scuola, solo un genitore su quattro dichiara che vengono realizzate, in netta diminuzione rispetto al dato del 2009 (44%). A livello regionale, i più coinvolti nelle iniziative di prevenzione e formazione promosse dalle scuole si dicono i genitori della Toscana (32%), molto meno quelli del Lazio (15%) e dell’Abruzzo (17%). Il discorso cambia, stavolta in positivo, quando si parla delle attività di formazione e prevenzione rivolte agli studenti: l’89% sostiene di aver partecipato alle prove di evacuazione nell’ultimo anno. Ben al di sotto della media, il Lazio che su questa voce fa registrare il deludente 67%, di contro l’Abruzzo in cui il 96% dei ragazzi afferma di aver partecipato a prove di evacuazione.
Non che per la casa di proprietà le cose vadano molto meglio. Anzi, perchè meno di un genitore su due (48%) dichiara che la propria abitazione sia sicura, rispetto al 56% dei loro figli. I meno sicuri sono risultati i lombardi: solo in un caso su tre metterebbero la mano sul fuoco sulla sicurezza della propria abitazione. Non solo: il 16% dei genitori e il 14% degli studenti, pensa che non si può fare nulla per rendere la casa più sicura di fronte ad un sisma. Sulle misure concrete da adottare vengono comunque indicate correttamente quella di evitare di tenere oggetti pesanti su mensole e scaffali, fissare librerie, armadi e credenze ai muri, ma non manca chi è convinto che possano servire caschi di protezione per tutti i componenti della famiglia.
Assai scarsa infine la conoscenza della sicurezza del territorio del Comune in cui vivono, sia negli studenti che nei genitori intervistati. Solo il 40% dei primi e il 64% dei secondi sa cosa sia la classificazione sismica di un territorio; il 74% degli studenti e il 72% dei genitori non conosce a quale zona sismica appartenga il proprio Comune. I Piani comunali di emergenza sono sconosciuti ai più, e oltre l’80% degli adulti e il 78% dei ragazzi non conosce le aree comunali di attesa, ossia quelle in cui radunarsi in caso di emergenza. Sbagliano anche nell’individuare chi sia il responsabile della redazione del Piano comunale: erroneamente credono siano i vigili del fuoco; solo uno studente su quattro e poco più dei genitori (29%) sa che invece competente è il Comune. I più informati in generale sul proprio territorio sembrano essere gli studenti dell’Abruzzo che superano la media nazionale. Ma sono sempre gli abruzzesi che si confondono più degli altri nell’individuare la prima autorità ad intervenire in caso di emergenza: il 77% degli studenti abruzzesi e addirittura l’83,5% dei genitori ritiene erroneamente che sia il Capo del Dipartimento della Protezione Civile.