Con l’avvio dell’anno scolastico torna l’allarme edilizia scolastica. Non che ci siano particolari novità rispetto a quanto denunciato ciclicamente, anche di recente, da organismi di vario genere. Le stime ormai sembrano uniformate: vanno dal 36% di edifici in situazione di emergenza indicato da Legambiente ad oltre il 5% denunciato di recente dalla Conferenza delle regioni. In mezzo si pone la stima del Consiglio nazionale dei geologi, che il 19 settembre ha fatto sapere che in base a delle proprie ricerche circa il 46%, presenterebbero carenze edilizie tali da mettere a rischio quotidiano di incolumità nove milioni di cittadini, tra docenti, personale amministrativo e alunni.
Per il presidente del Cng, Gian Vito Graziano, “su oltre 50.000 scuole presenti in Italia il 46% è stato realizzato tra il 1965 e il 1990. Ciò evince una totale carenza di sicurezza in merito agli attuali standard normativi sul rischio sismico, primi tra tutti i dettami delle nuove norme tecniche sulle costruzioni del 2008 e le varie circolari ministeriali successive”. Graziano ha poi menzionato la mancanza di certificazione di moltissimi istituti scolastici per quanto concerne l’agibilità statica e la loro collocazione in aree a forte rischio sismico: “Il 57% delle nostre scuole non possiede il certificato di idoneità statica, cioè quel documento che certifica la ‘buona salute’ dei pilastri, delle travi e di tutte le parti strutturali di un edificio, e il 34% delle stesse è ubicato in aree sismiche”.
Le regioni più esposte a rischio crolli sarebbero quelle dove vi sono più possibilità di insorgenza di terremoti. In cima alla lista è la Sicilia: secondo Emanuele Doria, presidente dei geologi di Sicilia, “l’11% degli edifici scolastici nazionali sono rappresentati da manufatti nati originariamente con altre destinazioni d’uso: nella nostra regione, in particolare, il 90% degli edifici pubblici verificati non hanno superato i test antisismici, la nostra classe politica ha il dovere di fare qualcosa per garantire maggiore sicurezza alle nostre scuole e a quanti le vivono nel quotidiano”. Per il geologo siciliano è indispensabile, quindi, che “come già previsto nell’ordinanza del presidente del Consiglio dei ministri- 3907/2010, passata in sordina per la maggior parte dei comuni, si istituisca un fondo aggiuntivo al contributo nazionale per l’effettuazione di studi di microzonazione sismica, a favore della sicurezza degli edifici nelle zone a rischio sismico, come già fatto – conclude Doria – da molte regioni”.
L’ultimo piano straordinario di 358 milioni, varato nel 2010, sotto il controllo dei ministeri dell’Istruzione e delle Infrastrutture, ha puntato a sanare essenzialmente lo stato di alta pericolosità di alcune centinaia di istituti. E della annunciata, da anni, anagrafe degli edifici si sono perse le tracce: il tavolo ministeriale incaricato di completare il censimento entro il 5 agosto 2009, lo scorso mese di ottobre era giunto, a quanto risulta, al 60% dei rilevamenti.
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