Sicurezza, gli insegnanti devono sapere in che scuole entrano

 

“Il 22 aprile ci occuperemo dell’anagrafe edilizia in cui tireremo fuori casi come questo, e anziché tenerli secretati nei cassetti del ministero, li renderemo pubblici. I cittadini devono sapere dove portano i loro bambini, gli insegnanti devono sapere in che scuole entrano”. A dirlo è stato il sottosegretario all’Istruzione, con delega all’Edilizia scolastica, Davide Faraone, parlando con i giornalisti ad Ostuni dove sole poche ore prima è crollato un pezzo di intonaco in un’aula della scuola primaria ‘Pessina’, causando il ferimento di due alunni e di una maestra.

“La buona scuola – ha aggiunto Faraone – è anche edilizia scolastica. Noi abbiamo un patrimonio immobiliare in questo Paese che non è stato curato negli anni, la manutenzione delle scuole e delle strade sono sempre stati un fatto quasi secondario. Noi crediamo che sia una priorità, ma dobbiamo recuperare, dopo anni di abbandono e di incuria. Quindi – ha concluso – anche quando investiamo quattro miliardi di euro sull’edilizia scolastica, e invertiamo la tendenza, può sembrare poco ma è già un grande intervento”.

Le parole del sottosegretario sono arrivate subito dopo che la procura di Brindisi ha subito disposto il sequestro della scuola primaria. Intanto, va avanti nell’attività investigativa e ha ipotizzato reati di crollo e lesioni, al momento a carico di ignoti. La polizia che, con i vigili del fuoco, ha terminato il primo giro di audizioni e accertamenti, ha sottoposto al vaglio del pm inquirente, Pierpaolo Montinaro, cinque nominativi di persone che potrebbero essere in qualche modo chiamate a chiarire la propria posizione. Si tratta del capo dell’Ufficio tecnico di Ostuni, del direttore dei lavori, dei responsabili delle due ditte che li hanno eseguiti e del collaudatore. Sarà il magistrato a decidere se iscriverli nel registro degli indagati, se limitarsi alla rosa indicata dagli investigatori o se considerare anche altre posizioni.

 

 

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E sarà una valutazione che si dovrà fare velocemente, per procedere poi con le notifiche delle informazioni di garanzia per un accertamento tecnico irripetibile che la procura intende disporre al più presto. Una perizia tecnica all’interno della scuola elementare di piazza Italia per verificare con precisione cosa ha provocato il distaccamento di un pezzo di soffitto dal diametro di cinque metri, spesso tre centimetri.

Luca, il bambino che aveva subito le conseguenze più preoccupanti, intanto, è tornato a casa. “Ha trascorso una nottata tranquilla – ha raccontato la madre, Patrizia – è dolorante e gli è stata diagnosticata la frattura al setto nasale. Torneremo in ospedale per una nuova visita giovedì”.

E mentre si pensa ora al luogo dove ricollocare per la fine dell’anno scolastico i 687 alunni del “Pessina”, emerge che l’edificio utilizzato provvisoriamente durante la ristrutturazione della loro scuola, durata dal 2010 fino al dicembre 2014, era stato dichiarato inagibile subito dopo per gravi carenze strutturali.

In mattinata la visita del sottosegretario all’Istruzione, Angela D’Onghia: “Se in una scuola crolla il soffitto di sicuro non è un problema di risorse, anche perché quest’ultime ci sono e stono state nuovamente previste nel ddl La Buona Scuola nella parte dedicata all’edilizia scolastica. Piuttosto dovremmo chiederci come mai esistono strutture che risalgono agli anni ’30 perfettamente solide e lavori di ristrutturazione degli stessi edifici che durano soltanto qualche settimana. Sono d’accordo con il ministro Delrio e con il presidente dell’Autorità Nazionale per l’anticorruzione Cantone sulla riforma degli appalti pubblici per restituire trasparenza ed efficienza all’intero sistema”, ha concluso D’Onghia.

Intanto, su quando riprenderanno le lezioni non ci sono ancora precisi ragguagli. Giovedì mattina sono previste ulteriori riunioni per valutare almeno un paio di soluzioni. In ogni caso si dovrà chiedere ospitalità ad altri istituti. Il sindaco è fiducioso: “la campanella potrebbe tornare a suonare già lunedì”.

 

 

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Ma i casi di cronaca sul fronte dell’edilizia scolastica non si fermano più: il 14 aprile si registrato un nuovo crollo in un istituto di Olbia. Nel pomeriggio nella scuola elementare “Maria Rocca” una plafoniera si è sganciata dal soffitto ed piombata su un banco vuoto, trascinando con sé anche una seconda lampada. Al momento dell’incidente una quindicina di studenti si preparava con la maestra a lasciare l’aula. Si tratta della stessa scuola, ora dichiarata inagibile, colpita dall’alluvione del novembre 2013, con gli alunni che riuscirono miracolosamente a salvarsi dalla forza distruttrice dell’acqua.

Per l’Anief è grave che nel Def 2015 sia previsto che nel periodo 2015-2019 il fondo “La Buona Scuola”, in questi giorni all’esame del Parlamento, il finanziamento per il decoro e la funzionalità degli oltre 40mila plessi scolastici italiani sia pari ad appena 130 milioni di euro: “certo, per l‘edilizia scolastica sono previsti anche altri fondi, ma per comprendere la pochezza del provvedimento basta pensare che, nello stesso periodo, le scuole paritarie avranno risorse per 1 miliardo di euro”, sostiene il sindacato autonomo. Che ricorda anche comeil modesto investimento del Governo per il comparto scuola” sia “in palese contraddizione con quanto espresso 14 mesi fa dallo stesso Esecutivo, che ha messo al primo posto dell’agenda di interventi proprio la riqualificazione dell’istruzione pubblica a partire dal risanamento dell’edilizia scolastica”.

 

 

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Alessandro Giuliani

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