La metà degli italiani vive su un suolo a rischio idrogeologico. E ad essere esposte al pericolo ci sono anche strutture sensibili come scuole e ospedali. Che andrebbero, di conseguenza, adeguatamente manutentate e rinforzate.
La fotografia è stata scattata dall’Anbi, Associazione nazionale bonifiche irrigazioni, che con l’occasione ha fatto il punto della situazione sul dissesto idrogeologico nel nostro Paese, in occasione della presentazione di un nuovo Piano pluriennale per ridurre il rischio.
L’Associazione ha disegnato la mappa dei pericoli maggiori divisi per Regioni: Campania, Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte, Toscana sono quelle con maggiori strutture scolastiche più esposte ai pericoli della natura. Complessivamente, nel Belpaese le scuole esposte a rischio idrogeologico sono 6.251. Questi i numeri degli istituti scolastici a maggiore rischio, suddivisi per Regione: Piemonte 608; Valle d’Aosta 34; Lombardia 647; Trentino Alto Adige 229; Veneto 600; Friuli Venezia Giulia 223; Liguria 112; Emilia Romagna 827; Toscana 534; Umbria 114; Marche 187; Lazio 321; Abruzzo 136; Molise 80; Campania 1.017; Puglia 164; Basilicata 42; Calabria 250; Sicilia 60; Sardegna 67.
Nella proposta dell’Anbi gli interventi necessari per ridurre il rischio idrogeologico richiedono “un investimento di quasi 8 miliardi di euro per circa 3.400 interventi”. Secondo l’Anbi infatti “l’adeguamento delle opere di bonifica idraulica è condizione fondamentale per la sicurezza del territorio” per “qualunque attività economica”. Anche perché non fare niente aumenta soltanto i costi: nel 2010 gli interventi programmati erano 1.365, poi 2.519 nel 2011, 2.943 nel 2012, 3.342 nel 2013″.
Allo stesso modo viaggiano le risorse necessarie, che in quattro anni quasi raddoppiano, passando dai 4,1 miliardi di euro nel 2010 agli 8 nel 2014. Per l’Anbi destano molta “preoccupazione” i dati sul dissesto idrogeologico in Italia, la cui “responsabilità oltre che alla variabilità climatica è da attribuire all’impetuosa urbanizzazione ed al disordine nell’uso del suolo”. Per comprendere “l’urgenza” basti ricordare che “dal 2002 al 2014 si sono registrati circa 2000 eventi alluvionali con la perdita di 293 vite umane, oltre ai danni alle popolazioni, alle produzioni e alle infrastrutture”.
I Consorzi, spiega il presidente Massimo Gargano, sono pronti e “qualificati” per contribuire e fornire supporto alle istituzioni; per Gargano “non è più procrastinabile un programma di messa in sicurezza del territorio che garantisca le condizioni di conservazione del suolo indispensabili alla vita civile ed alle attività produttive”.
Il presidente della commissione Ambiente alla Camera Ermete Realacci vede nella manutenzione del territorio “il modo migliore per curare l’Italia e per creare nuovi posti di lavoro”.
Per la responsabile Ambiente del Pd, Chiara Braga, “politiche efficaci di prevenzione del rischio idrogeologico richiedono risorse certe e stabili nel tempo e una filiera delle responsabilità”.
A livello di Miur, intanto, dovrebbe essere imminente la realizzazione degli interventi previsti dal Governo Letta. Oltre che la definizione dell’anagrafe edilizia delle scuole. Con l’elenco dettagliato delle scuole che necessitano di interventi adeguati.
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