Sicurezza ed edilizia scolastica

Edilizia scolastica, cadono pezzi di intonaco sui banchi in un liceo di Bari. Il punto di Legambiente, situazione precaria

Pezzi di intonaco si staccano dal soffitto ma per fortuna nessun ferito tra i ragazzi ma solo danni materiali. È quello che è accaduto nella mattinata di ieri – come racconta La Repubblica – in un liceo artistico di Bari, dove peraltro anche a novembre scorso si era verificato un episodio simile. In quel caso il bilancio era stato più pesante, un alunno colpito e ferito in modo lieve. Bari capitale del degrado dell’edilizia scolastica? Niente affatto, basta dare un’occhiata in giro per il web per rendersi conto che incidenti del genere si verificano con una certa frequenza: Palermo, Napoli, Roma, Padova, insomma un po’ dappertutto, da Nord a Sud, le cronache locali non mancano di segnalare crolli e cedimenti nelle scuole italiane di ogni ordine e grado.

Che l’edilizia sia uno dei punti più deboli della nostra Scuola è risaputo. Se analizziamo il XXIII Rapporto Nazionale sulla qualità degli edifici e dei servizi scolastici pubblicato da Legambiente a gennaio scorso, ci rendiamo conto che la situazione è decisamente precaria: “I dati sulle certificazioni di sicurezza” – dice il Rapporto – “continuano a restituire una situazione a livello nazionale stagnante, senza segnare un significativo passo in avanti nella messa a norma degli edifici scolastici. Ancora oggi solo un edificio su due dispone del certificato di agibilità (52,9%), di collaudo statico (49,5%) e di prevenzione incendi (51,6%)”.

Peggio ancora, se possibile, il quadro d’insieme nelle zone a maggior rischio sismico del Paese. Secondo il Rapporto, “gli edifici scolastici posti in zona sismica 1, relativi ai Comuni di Belluno, Benevento, Isernia, Ragusa, Siracusa e Vibo Valentia sono 150, tra questi 40 risultano progettati o adeguati alla normativa tecnica di costruzione antisismica; quelli in zona sismica 2 sono 1.511 di cui 178 progettati o adeguati alla normativa. Cosenza, Messina e Potenza le amministrazioni in zona 1 che non forniscono dati; tra quelle in zona 2 Ascoli Piceno, Catanzaro, Crotone, Palermo, Udine”.

Se andiamo poi a leggere i dati della sezione “Risparmio ed efficienza energetica”, il dato nazionale non è incoraggiante:  soltanto il 5,4% degli edifici si trova in classe A, contro il 33,2% in classe G.

Ma, direte, a che punto è lo stato di avanzamento dei progetti riguardanti i piani del PNRR? Il dato più interessante è quello che riguarda l’iter che va dal progetto, alla gara e all’aggiudicazione: “ad oggi” – constata il Rapporto –  “abbiamo una forbice dello stato dei cantieri nelle diverse regioni italiane, che va dal 73,8% di fondi aggiudicati in Trentino-Alto Adige (regione in assoluto più avanti delle altre, tutte si attestano sotto il 60%), al 24,2% in Campania“.

Le amministrazioni, soprattutto al Sud, devono dunque ancora lavorare molto per accorciare i tempi necessari per affrontare tutte le fasi della filiera: monitoraggio dello stato degli edifici, programmazione degli interventi, reperimento delle risorse necessarie, progettazione, gestione amministrativa, apertura e chiusura dei cantieri.

Gabriele Ferrante

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