L’azione “Editoria Digitale Scolastica” si inseriva nel piano delle attività dell’Agenda digitale europea prevista dalla comunicazione del 5 maggio 2010 della Commissione europea e nel piano di azioni promosse dal Governo italiano per migliorare l’alfabetizzazione, le competenze e l’inclusione nel mondo digitale.
Intende sperimentare, con l’apporto delle Istituzioni scolastiche, contenuti digitali per lo studio individuale e della classe. L’iniziativa si propone anche come azione di impulso al mondo dell’editoria per la realizzazione di prodotti editoriali innovativi.
L’azione prevedeva l’acquisizione di 20 prototipi, cioè esempi di “edizione digitale scolastica” ovvero un prodotto che affronti una porzione consistente dei curricola. Un prodotto pensato in un’ottica di trasversalità tra discipline scolastiche diverse e funzionale al conseguimento di competenze, che consenta di interagire efficacemente con le tecnologie digitali ormai presenti nella didattica quotidiana e contribuisca alla realizzazione di nuovi ambienti di apprendimento. L’azione rispecchia, anche se inserito in nuovo e evoluto contesto digitale, una analoga iniziativa dei primi anni ‘90 sperimentata negli Stati Uniti dalla «National Science Foundation» (NSF) per sviluppare libri di testo di qualità nelle discipline matematiche. ( Rapporto Ocse integrale del marzo 2013 sulla strategia italiana).
Le Linee Guida di questa Azione, redatte da un comitato tecnico-scientifico, prefigurano prodotti multimediali le cui singole componenti possano essere utilizzate dai docenti per lo sviluppo di materiali didattici personalizzati.
I prodotti dovranno presentare strumenti di editing che permettano a studenti e docenti di inserire note, modifiche e integrazioni. E’ richiesto inoltre che i nuovi strumenti didattici promuovano lo sviluppo della didattica collaborativa: dovrà essere possibile, per più studenti contemporaneamente, lavorare insieme su risorse didattiche condivise, anche attraverso l’ utilizzo della rete.
Le Linee guida inoltre suggeriscono aree tematiche multidisciplinari, nell’ottica di una ricomposizione dei saperi. In sintesi le caratteristiche richieste sono quindi contenuti ‘liquidi’, che possano essere travasati da un supporto tecnologico a un altro, scomposti e adattati a diverse esigenze, pur conservando le proprie caratteristiche di base.
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