Affermata a chiare lettere, inserita tra i principi fondamentali della nostra Costituzione, all’articolo 9, la tutela del paesaggio e del patrimonio storico e artistico della nazione è una di quelle ‘educazioni’ imprescindibili che solitamente trova spazio in tutti i Piani Triennali dell’Offerta Formativa.
Come ricorda sul suo sito l’Associazione Italiana Biblioteche, la Costituzione italiana del 1948 è stata la prima ad avere posto la tutela del paesaggio e del patrimonio storico e artistico fra i propri principi fondamentali. Si trattava allora di concepire un assetto per la Repubblica, sui temi della scuola e della cultura, di assoluto rilievo per l’emancipazione dei cittadini di un Paese appena uscito dalla guerra e dal ventennio di dittatura fascista, ancora a forte vocazione rurale e con un elevato tasso di analfabetismo.
Tuttavia, benché siano passati quasi ottant’anni da allora, il bisogno di educare i giovani al rispetto dei beni paesaggistici, architettonici, artistici che li circondano e tra i quali vivono ogni giorno è più che mai pressante. Vandalismo e danneggiamenti degli arredi urbani, scritte e danni arrecati a edifici e monumenti storici, sono all’ordine del giorno, fino ad arrivare – di tanto in tanto la cronaca ce lo racconta – all’impensabile: giovanissimi che incidono le proprie iniziali sulle mura del Colosseo o di altri grandi monumenti in giro per il mondo. In una di queste occasioni, la direttrice del parco archeologico del Colosseo, intervistata su Rai Radio1, aveva commentato che le persone responsabili dell’atto vandalico “non hanno avuto a scuola, nella famiglia, un’educazione che porti al rispetto”.
E rieccoci qui, scuola e famiglia, i due luoghi – su questo non ci sono dubbi – nei quali si gioca la partita del rispetto dei beni culturali e paesaggistici, più in generale della cura dei luoghi nei quali viviamo o che andiamo a visitare.
La scuola, occorre dirlo e affermarlo con forza, è molto impegnata in questo senso e i percorsi educativi non mancano.
Molto interessante, giusto per fare un esempio, l’esperienza dell’IIS “Michelangelo Bartolo” di Pachino, in provincia di Siracusa, che all’interno della sua offerta formativa propone anche il Liceo Classico Aureus, acronimo che sta per Arte tUtela Restauro Educazione all’ USo del patrimonio artistico.
Non si tratta – come si legge sul sito dell’istituto – della semplice possibilità di reintrodurre lo studio della Storia dell’Arte dal ginnasio, ma di un’idea complessivamente rinnovata di questo indirizzo di studi, che modula il suo curricolo anche intorno all’arte e alla tutela del patrimonio artistico, per formare, attraverso un alto senso della cultura classica, giovani con una matura e consapevole identità italiana ed europea; un curricolo che sperimenta la metodologia CLIL sin dal primo anno di corso e che potenzia la formazione scientifica anche al fine della tutela, ed eventualmente del restauro del patrimonio artistico, ambiti di concreta e interessante applicazione che vanno dalla chimica alla fisica, alla geologia. Sono previsti, inoltre, accordi e convenzioni con Musei, Parchi Archeologici, Sovrintendenze ai Beni Culturali, Università, Laboratori di fotografia e restauro d’intesa con l’Accademia di Belle Arti e le Associazioni professionali.
Una sperimentazione, insomma, da seguire con interesse per valutarne, nel tempo, l’impatto sui giovani.