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Educare alle relazioni a scuola? “Più dell’82% degli italiani è a favore”, il sondaggio Euromedia Research

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Dopo la presentazione del piano del ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, “Educare alle Relazioni”, non sono mancate polemiche pro e contro l’iniziativa.

A parlare è stata anche Alessandra Ghisleri direttrice di Euromedia Research, ospite al programma In Onda, che ha illustrato i dati dell’ultimo sondaggio condotto sul tema, come riporta Il Tempo: “Più dell’82% degli italiani è a favore al progetto Educare alle Relazioni. Mentre per l’educazione sentimentale, il 50% è favorevole alle lezioni fin dalle elementari, per l’educazione sessuale sono più distribuiti perché sono un pochino più titubanti”.

“Quello che mi ha stupito di più è il dato politico – ha continuato la direttrice – per l’educazione sentimentale tutti gli elettorati sono favorevoli, ma sull’educazione sessuale la maggioranza dei leghisti è favorevole fin dalle elementari, come gli elettori del Pd, di +Europa, del Movimento 5 stelle e di tutte le opposizioni. Mentre, per le elezioni dalle scuole medie, sono favorevoli gli elettori di Forza Italia e di Fratelli d’Italia. Si tratta di un tema che riguarda le Istituzioni ma che sentono molto le donne. Sono anche i ragazzini che chiedono quest’educazione”.

Educare alle relazioni: il Piano del Ministro non convince tutti, ad un problema complesso e delicato si risponde con una soluzione “burocratica”

Il vice direttore della Tecnica della Scuola, Reginaldo Palermo, scrive: “l’impressione che si ha in questo momento è che di fronte ad un problema così complesso il Ministero stia pensando ad una soluzione sostanzialmente “burocratica” per “offrire” alle scuole un “pacchetto” di incontri con docenti ed esperti.
Intervistata dal Corriere, Daniela Lucangeli, docente di psicologia dell’educazione e dello sviluppo all’Università di Padova, mostra di non apprezzare troppo l’iniziativa: nella relazione educativa – sostiene in sintesi Lucangeli – la dimensione affettiva è fondamentale e per gestirla correttamente ci vogliono docenti formati bene in questo ambito.
Non basta – dice la docente – un insegnante che arriva in classe con quattro schede sulle emozioni anche perché le emozioni non si descrivono, ma si devono vivere”.

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