Mercoledì 22 novembre, il ministro Valditara, insieme con i ministri Sangiuliano (Cultura) e Roccella (Gioventù e Famiglia) presenteranno il progetto di “educazione alle relazioni” che dovrebbe essere attivato nelle scuole secondarie di secondo grado, anche a sostegno delle iniziative per contrastare gli episodi di violenza.
Il quotidiano Repubblica ne anticipa le linee generali spiegando che si tratterà di un progetto di un’ora in più in classe, ma in orario extracurricolare e per tre mesi l’anno.
Scrive il quotidiano: “Dodici incontri in tutto, con gli studenti seduti in circolo, divisi in gruppi di ‘discussione e autoconsapevolezza’, un docente al centro a fare da moderatore”.
Ma ci sarà anche “il supporto occasionale di psicologi, avvocati, assistenti sociali, organizzazioni attive nel contrasto alla violenza di genere e il coinvolgimento di testimonial vicini ai giovani: influencer, cantanti, attori”. Ovviamente dirigenti scolastici e docenti si aspettano che mercoledì 22 vengano forniti maggiori particolari perché i numeri in campo sono alti e non è affatto chiaro come sarà possibile implementare un piano di questo genere su tutto il territorio nazionale.
Le scuole secondarie di secondo grado, infatti, sono più di 5mila, le classi 120mila e gli studenti 2 milioni e mezzo.
Attivare gruppi di “discussione e autoconsapevolezza”, ciascuno con un docente a fare da moderatore non sarà facile, così come non sarà semplicissimo coinvolgere così tanti influencer, cantanti e attori.
A meno che i tre Ministri non pensino ad un piano sperimentale da attivare in un numero molto limitato di scuole, ma in tal caso il rischio potrebbe essere quello di “dimenticare” proprio le aree più periferiche e marginali a favore delle scuole delle grandi città.
Senza considerare che tutto questo – vista l’urgenza della situazione – dovrebbe essere “messo in piedi” in poche settimane.
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