Ooggi, 7 dicembre, alle 13,30, il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara è intervenuto alla Camera dei Deputati presso l’Aula del IV piano di Palazzo San Macuto, in Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, nonché su ogni forma di violenza di genere, svolgendo un’audizione.
Ecco le parole di Valditara in merito al ruolo dei docenti nel progetto “Educare alle relazioni”, presentato dal capo del dicastero bianco lo scorso 22 novembre: “La nostra riflessione vuole sradicare la cultura maschilista ancora residua nella nostra società. Il problema della violenza sulle donne è diffuso non solo in Italia ma anche in Paesi avanzati dal punto di vista sociale. La nostra riflessione mira a incidere sugli aspetti culturali della società in modo ampio. Bisogna tenere sempre presente come intendiamo intervenire”.
“Innanzitutto sulle materie disciplinari, partendo anche dalla scuola primaria. Abbiamo deciso di porre attenzione alla cultura del rispetto. C’è l’idea in via sperimentale di far dialogare i ragazzi. L’idea mi è venuta partendo dal peer tutoring, dall’esperienza universitaria. Ritengo che il coinvolgimento dei ragazzi che prendono consapevolezza e della possibilità di modificare atteggiamenti con un moderatore che sarà un docente della classe, che sarà retribuito. La retribuzione è importante per incoraggiare i docenti. Abbiamo stanziato 15 milioni di euro per queste retribuzioni. I docenti saranno anche adeguatamente formati”.
“I docenti faranno da moderatori, non saranno lezioni dalla cattedra. Si tratta di una prima vera applicazione delle linee guida ‘Educare al rispetto’ avviate nel 2016. Il tutto fa parte di una più ampia visione di scuola. La scuola deve educare al rispetto, proprio perché la nostra scuola mette al centro la persona, per la valorizzazione della persona”.
“Come saranno formati i docenti? Li formerà Indire, lo svolgimento della formazione avverrà sulle 30 ore e valorizzerà l’autonomia delle singole scuole. Abbiamo fatto una consultazione ampia che ha coinvolto tutto il mondo della scuola, studenti, docenti, genitori, sindacati. Le scuole potranno poi coinvolgere altre realtà”.
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