Estero

Educazione affettiva, solo un liceale su cinque in Giappone ha dato il primo bacio: dato più basso da cinquant’anni

Solamente il 22,8% dei ragazzi delle scuole superiori nel Paese del Sol Levante, il Giappone, ha dato il suo primo bacio. In cinquant’anni di sondaggi l’Associazione giapponese per l’educazione sessuale un dato così basso non lo aveva mai registrato. Lo riporta La Repubblica.

Una delle cause, secondo gli esperti, è la pandemia. “Il limitato contatto con gli altri durante il Covid potrebbe aver abbassato il tasso di attività sessuale tra gli studenti delle scuole medie e superiori”.

L’indagine

Come spiega il quotidiano nipponico Mainichi, il questionario – un’indagine che viene condotta ogni sei anni – è stato distribuito tra l’agosto 2023 e il marzo 2024, raccogliendo un totale di 12.562 risposte valide da 4.621 studenti delle scuole medie, 4.321 delle scuole superiori e 3.614 dell’università.

“Il dato sul primo bacio è in calo dal picco del 2005 e questa rilevazione non fa eccezione: è sceso soprattutto per gli studenti delle scuole superiori, con un calo di 11,1 punti percentuali per i ragazzi e di 13,6 punti per le ragazze”. Anche la percentuale di coloro che hanno avuto rapporti sessuali è scesa di 3,5 punti al 12% tra i ragazzi delle scuole superiori e di 5,3 punti al 14,8% tra le ragazze. 

Yusuke Hayashi, professore di sociologia all’Università Musashi che ha analizzato i risultati, ha spiegato al quotidiano giapponese che “la combinazione di chiusura delle scuole e restrizioni ai contatti faccia a faccia durante la pandemia è arrivata in un momento delicato, quando gli studenti delle scuole medie e superiori iniziano a interessarsi alla loro sessualità”.

Il problema della denatalità

I risultati del sondaggio suggeriscono che i giovani giapponesi si stanno “disimpegnando” dal sesso dopo la pandemia, scrive nell’edizione online della rivista President Tamaki Kawasaki, editorialista e docente di sociologia, come ricorda il Guardian.

“Dimostra che la tendenza è quella di allontanarsi dall’attività sessuale reale e fisica, anche in un momento in cui è naturale essere sessualmente attivi. Se gli adolescenti, che rappresentano il futuro del Paese, continuano a comportarsi così, è difficile vedere un miglioramento nel calo della natalità”.

L’Italia, in quanto natalità, non brilla: è proseguito infatti il calo delle nascite nel 2023. Come riporta La Repubblica, secondo i dati provvisori, i nati residenti in Italia sono 379mila, con un tasso di natalità pari al 6,4 per mille (era 6,7 per mille nel 2022). La diminuzione delle nascite rispetto al 2022 è di 14mila unità (-3,6%). Dal 2008, ultimo anno in cui si è assistito in Italia a un aumento delle nascite, il calo è di 197mila unità (-34,2%). 

Lo ha detto Istat nel report “Indicatori demografici anno 2023. La riduzione della natalità riguarda indistintamente nati di cittadinanza italiana e straniera. Questi ultimi, pari al 13,3% del totale dei neonati, sono 50mila, 3mila in meno rispetto al 2022.

Redazione

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