Bisogna introdurre l’educazione alimentare a scuola come materia? Secondo il gastronomo e sociologo Carlìn Petrini, fondatore del movimento culturale Slow Food, come ha detto a La Repubblica, sì, assolutamente, come per le lingue antiche e moderne, come per la matematica e l’educazione fisica.
“Finora ci siamo affidati alla buona volontà degli insegnanti e dei nonni, adesso si deve uscire dall’ambito del volontariato per arrivare a scelte istituzionali, governative. Se non ora, quando? Se ne parla da una decina di anni, ed esistono progetti di legge giacenti di almeno tre schieramenti politici”, ha detto.
Ma chi dovrebbe insegnare educazione alimentare? Ecco l’opinione di Petrini: “Il calo demografico ha portato a una riduzione delle classi scolastiche: circa 40 mila insegnanti rischiano di ritrovarsi presto senza lavoro. Possiamo riqualificarli con appositi corsi, tenendo conto che la nuova scuola dovrà comunque aprirsi anche ad altre nuove materie, come l’educazione all’affettività”.
Ed ecco quali dovrebbero essere a suo avviso i contenuti: “Dobbiamo insegnare ai bambini e ai ragazzi ad alimentarsi in modo virtuoso, sottolineando l’importanza del cibo locale, stagionale e biodiverso. Abbiamo troppa quantità calorica e poca qualità nutrizionale. Abbiamo bisogno di meno proteine animali e dobbiamo evitare i cibi conservati negli imballaggi plastici monouso, molto dannosi, oltre a quelli ultra processati. Bisogna risparmiare acqua il più possibile. Bisogna insegnare come il cibo venga prodotto, venduto e distribuito, consapevoli della minaccia che deriva dalle logiche di mercato che portano povertà, ingiustizia sociale e sprechi”.
“La dimensione ludico-spettacolistica del cibo in tv è un’autentica iattura. Negli schermi di quasi tutto il mondo c’è un’invasione di cuochi: ma questa è diseducazione alimentare”, ha concluso.
Lo scorso 14 maggio, la conduttrice Antonella Clerici, aprendo l’episodio di “È sempre mezzogiorno“, su Rai1, ha parlato proprio dell’appello di SlowFood e dell’Università di Scienze gastronomiche di Pollenzo (Cuneo) volto a introdurre l’educazione alimentare come materia nelle scuole di ogni ordine e grado.
“Costruire sin da piccoli un dialogo corretto e gioioso con il cibo è molto importante per la crescita, per la nostra salute, per il nostro pianeta. Un futuro migliore si disegna a partire dal cibo. L’educazione alimentare va fatta sin da piccoli. Il gusto si forma quando si è piccoli. Nelle scuole bisogna imparare a mangiare bene, ad avere cibi di qualità”, queste le sue parole.
“Se si fa educazione alimentare e poi c’è la mozzarella con i peli non va bene. In un’altra vita mi occuperò di educazione alimentare nelle scuole. Poche cose ma buone: si parla di educazione alimentare ma poi vai nelle mense scolastiche e si mangiano delle cose orribili. Questo argomento mi sta a cuore”, ha concluso Clerici.
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