Negli ultimi mesi si fa gran parlare di nuove “educazioni” che dovrebbero fare il loro ingresso a scuola come nuove materie, come l’educazione alimentare, sentimentale, finanziaria. Posto che bisogna in qualche modo modificare la didattica attuale, c’è davvero bisogno e, soprattutto, tempo per fare ciò?
O meglio rafforzare e rinnovare le materie che vengono studiate attualmente, prime fra tutte la storia e la geografia? Si deve davvero partire dalla didattica e dalle materie insegnate o ci sono questioni più urgenti su cui si dovrebbe intervenire per migliorare la scuola? Dicci la tua.
Il sistema scolastico italiano è continuamente bersagliato da critiche provenienti non solo dal mondo dell’Istruzione, ma anche dall’opinione pubblica. La Tecnica della Scuola vorrebbe sovvertire questo accumulo di polemiche e convertirlo in qualcosa di edificante e utile per la comunità tramite delle proposte innovative e concrete: intende quindi raccoglierle e inviarle al ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara. Le stesse saranno esaminate e inviate in occasione dei 75 anni di lavoro della rivista specializzata: una testata giornalistica, prima cartacea e oggi on line, che è sempre stata accanto ai lettori – in prevalenza insegnanti, Ata e dirigenti scolastici – e alle loro necessità, dando sempre loro la possibilità di partecipare in prima persona alla discussione sul mondo della scuola, evidenziandone le criticità e non solo.
Il 10 maggio 1949, nasceva infatti La Tecnica della Scuola, sempre con l’obiettivo di dare supporto al personale scolastico, nel tortuoso e spesso travagliato percorso che porta dal precariato alla pensione.
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Ecco, allora, per i nostri lettori il format “Dillo al Ministro”: per partecipare sarà necessario inviare una proposta che si considera “innovativa” o comunque utile a migliorare in qualche modo il funzionamento del sistema scolastico italiano.
L’intenzione è evitare di redigere una “piattaforma” di sapore puramente sindacale: questo, non rientrerebbe nelle competenze della nostra testata. Del resto, già esistono altri soggetti (sindacati e movimenti) che molto meglio di noi svolgono tale compito.
Le proposte potranno riguardare, quindi, l’organizzazione scolastica, le modalità di gestione dei rapporti fra docenti e alunni, le relazioni fra i diversi soggetti (docenti, dirigenti, alunni, famiglie, ecc..). E proprio in questo contesto vogliamo ricordare anche i 50 anni dei decreti delegati, i famosi cinque atti normativi che cambiarono il volto della scuola italiana: pur mantenendo la loro attualità, alla luce dei cambiamenti sociali degli ultimi decenni, avrebbero bisogno di una rivisitazione strutturale?
Da non trascurare è il grande tema del rapporto fra la scuola e il territorio che dà l’occasione ai diversi soggetti che si occupano di temi educativi di confrontarsi e collaborare.
Le proposte potranno prendere spunto da attività o iniziative che già vengono messe in atto in qualche realtà, ma che si ritiene possano essere estese e generalizzate.
È opportuno che la proposta sia formulata secondo questo schema:
– Finalità e obiettivi;
– Descrizione sintetica;
– Ordine/i di scuola al quale/ai quali la proposta è rivolta;
– Soggetti coinvolti (docenti, alunni, genitori, associazioni, ecc..).
Il file non dovrà superare le 3.000 battute (spazi inclusi) ed essere inviato entro il 30 aprile 2024.
Per partecipare sarà necessario compilare il form e scegliere tra i vari grandi temi, come il non sempre facile rapporto scuola-famiglia, gli stipendi davvero troppo esigui, l’eccesso di burocrazia che ingolfa spesso la mission principale della scuola, l’eccesso di precariato, i problemi del reclutamento, della sicurezza e altro ancora.
Se vuoi confrontarti anche con altri protagonisti del mondo della scuola, iscriviti al nostro gruppo Facebook Dillo al Ministro.
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