“L’educazione alla cittadinanza digitale dovrebbe avere una propria dignità. Noi come Autorità garante abbiamo promosso un’iniziativa destinata alle scuole primarie, grazie a un libro di Geronimo Stilton, e abbiamo tradotto anche materiali e pubblicazioni del Consiglio d’Europa destinate ai più piccoli e agli adolescenti”. Ad affermarlo Carla Garlatti, Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza (AGIA).
Un monito, forse, per il ministero, affinché l’educazione alla cittadinanza digitale trovi maggiore spazio nelle aule scolastiche rispetto a quanto oggi i docenti riescono a ritagliarsi, come tempo, nell’ambito delle 33 ore di educazione civica. La cittadinanza digitale dovrebbe diventare una materia a sé? Non è chiaro, ma di certo quello che vorrebbe l’AGIA è una scuola diversa, più attenta alle dinamiche sui social, ad esempio, nell’ottica di una maggiore tutela degli studenti.
E di scuola diversa si è parlato anche con il ministro dell’istruzione, Patrizio Bianchi, al quale sempre l’AGIA ha consegnato le richieste formulate dagli oltre 10mila studenti che hanno preso parte alla consultazione pubblica La scuola che vorrei.
Le richieste degli studenti:
E se il primo punto sembra strettamente connesso alle distanze culturali che dividono insegnanti e studenti sul tema dell’abbigliamento, ad esempio, del quale abbiamo più volte riferito segnalando la necessità di mediare tra le questioni del rispetto istituzionale e le esigenze estive che spingono ad un dress code meno formale; gli altri due punti mostrano un’affinità intellettuale tra gli studenti e il ministro stesso, che punta ai fondi del Pnrr proprio per ripensare edifici e spazi della didattica.
Quali altri temi al centro del dibattito tra il ministro Bianchi e l’autorità garante? Si è parlato di prevenzione del bullismo, di salute mentale e di dispersione scolastica.
L’incontro con il ministro Bianchi è stato anche l’occasione – recita un comunicato dell’AGIA – per rinnovare il protocollo d’intesa tra Autorità garante e ministero dell’istruzione per promuovere la diffusione della Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza a scuola e la piena partecipazione dei minorenni, a valorizzare i patti educativi di comunità, a favorire la piena inclusione degli alunni e degli studenti con disabilità e a promuovere un modello di scuola partecipato a ogni livello, inclusivo e con una spinta all’innovazione.
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