I diversi schieramenti parlamentari hanno presentato dei disegni di legge per introdurre una nuova materia d’insegnamento: l’educazione alla cittadinanza.
La commissione cultura della camera li sta esaminando.
Tra le proposte appare: “L’educazione alla cittadinanza digitale e divieto dell’utilizzazione di telefoni mobili e altri dispositivi di comunicazione elettronica nelle scuole”. Un modo sbrigativo per affrontare un problema, che non è stato studiato.
Una comunicazione educativa efficace non può prescindere dal vissuto del discente e, conseguentemente, dai “telefoni mobili e altri dispositivi di comunicazione elettronica”. Basilare avrebbe dovuto essere il pensiero di McLuhan: la natura e la struttura dei mezzi di comunicazione determinano profondi mutamenti sul comportamento individuale e collettivo.
La scuola e il mondo digitale hanno rilevanti differenze:
- Il pensiero, inteso come concatenazione logica di proposizioni, si atomizza. I titoli degli articoli di un giornale Vs le relative argomentazioni siano d’esempio;
- Le descrizioni minuziose sono sostitute da immagini: pensare/sentire, oggettività/soggettività, determinato/indeterminato sono in campo;
- Gli errori non sono da punire ma da capitalizzare, essendo fonti d’informazione;
- All’ascolto e alla comprensione si contrappongono le ipotesi e le sperimentazioni;
Se da un lato la scuola deve valorizzare gli aspetti positivi delle tecnologie dell’informazione, dall’altro lato deve mostrare come le semplificazioni conducano a rappresentazioni banali della realtà.
Enrico Maranzana