Dopo i tristemente famosi fatti di Palermo e Caivano, tutti lì a invocare l’introduzione urgente di un’educazione alla sessualità nelle scuole di ogni ordine e grado. ‘Non c’è più tempo da perdere’ tuonavano giornali e televisioni, ‘i ragazzi saranno parte attiva’, sottolineava il ministro Valditara.
E poi… raffreddatasi l’atmosfera, l’educazione alla sessualità si trasforma in ‘Educazione alle relazioni’ e sembra avviata inserirsi nel grande calderone dell’Educazione Civica, altra grande nebulosa del nostro sistema scolastico.
Ma non è solo l’Italia che ‘recalcitra’ di fronte alla sessualità a scuola, anche in Francia sta emergendo un fronte di opposizione, del quale fanno parte esperti e studiosi di primo livello.
Ieri, il quotidiano parigino Le Figaro ha pubblicato un’intervista a Sophie Audugé – presidente della potente associazione di docenti e genitori “SOS Education” – e a Maurice Berger, specialista in pedopsichiatria ed ex professore associato di psicopatologia pediatrica all’Università Lyon II. I due, a fine agosto di quest’anno hanno pubblicato un saggio dal titolo “L’educazione sessuale a Scuola”, con il quale si oppongono alle nuove linee ministeriali che prevedono l’introduzione dell’educazione alla sessualità fin dalla scuola primaria
Per il Ministero dell’Educazione Nazionale, sono cinque gli obiettivi fondamentali: fornire agli alunni informazioni oggettive e conoscenze scientifiche, identificare i diversi aspetti della sessualità (biologica, affettiva, culturale…), sviluppare l’esercizio dello spirito critico, favorire comportamenti responsabili individuali e collettivi, far conoscere risorse e fonti attendibili di informazione, dentro e fuori dall’istituto.
Obiettivi, ci sembra, condivisibili da tutti ma non da Sophie Audugé et Maurice Berger, per i quali questo genere di educazione a scuola significa non rispettare l’intimità dei bambini e delle bambine, favorendo una loro sessualizzazione precoce, preoccupante e rischiosa.
Il ruolo del Ministero – dice Sophie Audugé a Le Figaro – è di istruire gli alunni. Il suo campo d’azione è circoscritto ai saperi, ai fatti scientifici, ai metodi accademici. In quanto spazio collettivo, la Scuola svolge anche un ruolo educativo, ma questo è limitato all’apprendimento delle regole, del rispetto dell’autorità e dei buoni comportamenti.
Alle famiglie tutto il resto, dunque. Per i due esperti autori del saggio, dietro le ragioni evocate dal Ministero esiste una vera e propria deriva ideologica dell’Educazione Nazionale – sorretta e spinta da associazioni militanti e attivisti vari – che rischia di deteriorare gravemente lo sviluppo psico-affettivo dei bambini.
Riceviamo e pubblichiamo il comunicato del Collettivo Docenti di Sostegno Specializzati in difesa dei docenti…
Sempre meno studenti in gita scolastica rispetto al passato, colpa dell’aumento dei prezzi che ha…
In classe, un DOP può essere valorizzato con attività creative e sfidanti, come progetti interdisciplinari,…
Le UDA (Unità di Apprendimento) sono percorsi didattici integrati che collegano obiettivi, competenze e attività…
Essere insegnante significa guidare gli alunni con empatia e pazienza, costruendo un rapporto di fiducia.…
Parma sarà la Capitale europea dei giovani per il 2027, così come ha decretato l’European youth…