La richiesta di svolgere a scuola l’educazione all’affettività ed un’educazione civile nel rispetto delle libertà altrui che possano prevenire atti di prevaricazione e violenza di genere e di bullismo si prefigura come necessaria dato che in molte situazioni l’ambiente famigliare e sociale si sono mostrate inadatte.
A mio avviso, la scuola è il luogo culturale dove non solo si impara ma si esercitano relazioni tra coetanei, con i docenti, con la dirigenza e con il personale amministrativo e scolastico.
Una piazza dove lo studente si sente accettato nella sua interezza per accoglienza e disponibilità. Anche le relazioni gerarchiche, come avviene sovente durante le valutazioni, non possono mai essere imposte o percepite come punitive poiché queste sono sinonimo di prevaricazione.
La scuola è una piazza dove nel presente si valorizzano le libertà di ciascuno e questo non va insegnato come qualsiasi lezione ma applicato. Le libertà aprono la mente e il corpo.
Il primo giorno di scuola quando mi assegnavano una classe che non conoscevo facevo dei test figurativi uno consisteva nel disegnare una casa, una ragazza diciasettenne all’apparenza simpatica ed esuberante disegnò una casetta senza finestre. Il fatto mi incuriosì ma non ho percepito immediatamente la gravità del messaggio che la persona mi aveva trasmesso.
La ragazza era testimone di una situazione di violenza del padre sulla madre che la indusse successivamente a denunciare il genitore che poi fu allontanato da casa. La studentessa aveva risultati negativi quasi in tutte le materie, veniva a scuola per relazionarsi, questo era il suo bisogno primario. Fu successivamente allontanata da casa e da scuola per motivi di sicurezza.
In passato il docente era una figura primaria nell’educazione e quando i genitori non potevano esercitare la loro funzione perché assenti questi venivano investiti anche del carico affettivo. Oggi i docenti sono percepiti come un ostacolo che limita la libertà individuale. L’affettività l’insegni se la provi e se viene percepita dagli studenti altrimenti diventa noia come tutto ciò che attraversa la cattedra e non se cattura il significato.
Gabriele Fraternali
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