Un’occasione persa. È questo il pensiero prevalente sulla decisione presa dal ministro Giuseppe Valditara, dopo le proteste pubbliche espresse dagli alleati leghisti e da Fratelli d’Italia, e la decisione successiva “di non attivare l’incarico di garanti del progetto ‘Educazione alle relazioni’ suor Monia Alfieri, Anna Paola Concia e Paola Zerman” con “il progetto che” da adesso in poi “andrà avanti senza alcun garante”.
Tra i rammaricati, senza però prendersela pubblicamente con il ministro dell’Istruzione e del Merito, c’è anche una delle tre dirette interessate, prima “nominate” e poi escluse, senza nemmeno il tempo di insediarsi: Anna Paola Concia, ex deputata del Pd, ha dichiarato all’Ansa che credeva “davvero che l’orribile femminicidio di Giulia Cecchettin avesse segnato uno spartiacque. È stato così per le donne, che sono scese in piazza a migliaia, a prescindere dalle loro convinzioni politiche”.
“È stato così per i giovani, che hanno fatto altrettanto e hanno animato dibattiti importanti nelle scuole. Non è stato così per quei settori estremisti dell’associazionismo e della politica che si sono mobilitati per sabotare la possibilità stessa di un confronto super partes”.
Concia ha aggiunto che il suo “impegno resta, così come quello delle istituzioni scolastiche, confermato oggi dal ministro. Lo rilanceremo nella prossima edizione di Didacta Italia e in ogni altra occasione utile”.
La paladina dei diritti di Lgpt ha quindi sottolineato di comprendere “la decisione del Ministro Valditara”, di ringraziarlo “della fiducia accordata: dopo due giorni di polemiche da ambienti massimalisti della destra e della sinistra, è per me evidente – ha concluso – che non esistono le condizioni per svolgere il lavoro equilibrato e dialogante che mi ero proposta”.
Poco dopo la decisione presa da Valditara, il Presidente del Senato Ignazio La Russa, a quanto si apprende fa fonti del Senato, avrebbe telefonato ad Anna Paola Concia per esprimerle “vicinanza umana”. Nel colloquio non si è entrati nel merito della decisione del ministro dell’Istruzione Valditara di non affidarle più il coordinamento del progetto di educazione affettiva nelle scuole.
La Russa ha quindi invitato Concia al concerto di Natale che si terrà il 10 dicembre al Senato.
La diretta interessata, riferiscono sempre le stesse fonti, era molto contenta di aver ricevuto la telefonata del presidente del Senato ma ha dovuto declinare l’invito perchè all’estero.
Tra i più delusi per come si sono evolute le cose, c’è anche Mariastella Gelmini, senatrice e portavoce di Azione: secondo l’ex ministra, quella di Valditara “è una marcia indietro frutto di immaturità e sterili polemiche. Trovo ridicolo che la maggioranza, invece di dare prova di maturità e di sostenere la scelta compiuta inizialmente dal ministro Valditara, abbia preferito dividersi su un tema così complesso come quello della violenza sulle donne e sull’educazione civica a scuola.
“È un’occasione persa per andare oltre le ideologie e le appartenenze politiche. Un’opportunità sprecata a danno soprattutto delle giovani generazioni”, ha concluso Gelmini.
Vaditara “è stato costretto a rimangiarsi l’affidamento ad Anna Paola Concia, che conosco e stimo, dopo avere scaricato Amadori – ha detto Filippo Sensi, senatore del Pd, vicepresidente della Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani – esponendo le persone scelte a questo esempio di dilettantismo e a una figura pessima per il ministero, altro che polemiche meschine”.
Secondo Sensi abbiamo assistito ad “una totale mancanza di serietà, di tenuta e di rispetto nei confronti di un tema, quello della educazione affettiva nelle scuole, che ha bisogno di responsabilità e non di improvvisazione. Se questo è un ministro”, ha concluso il dem.
Breve, ma decisamente profondo l’intervento del presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini: “Se un ministro nel giro di 24 ore sconfessa sé stesso dovrebbe farsi qualche domanda e darsi qualche risposta. Poi trarne le conseguenze. La scuola meriterebbe di più”, ha concluso il democratico.
Secondo Debora Serracchiani, responsabile Giustizia del Pd, “il voltafaccia di Valditara svela ancora una volta che forze che comandano nel Governo Meloni. Ci va di mezzo una persona degna ed equilibrata come Anna Paola Concia che avrebbe potuto dare un vero contributo con la sua profonda conoscenza del mondo della scuola e con la sua competenza sul tema della violenza contro le donne. Il “no” è proprio contro di lei e ne sono colpita. Perché alla fine vince il settarismo urlatore e trionfa il pregiudizio ideologico anche su temi che dovrebbero unire gli schieramenti. Umiliato il ministro, è chiaro che non c’è più spazio per nessuno se non è inquadrato”.
Intanto, su Twitter il presidente della Fondazione Luigi Einaudi, Giuseppe Benedetto, ha voluto far sapere che “sin d’ora Anna Paola Concia è invitata a tenere una lezione alla Scuola di Liberalismo 2024. Proprio sul tema che le era stato assegnato dal Governo. Sarà accolta come merita. In Fondazione Luigi Einaudi è a casa”.
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