Il prossimo anno scolastico tutte le classi studieranno l’educazione civica. E al suo interno si parlerà obbligatoriamente, un’ora a settimana, di educazione ambientale. Con tanto di voto finale. L’annuncio è stato fatto il 2 dicembre dal ministro dell’Istruzione, Lorenzo Fioramonti.
Sui principi dello sviluppo sostenibile
Intervistato dal portale ScuolaZoo il titolare del Miur , parlando di educazione ambientale ha detto che “questa materia sarà modulata sui principi dello sviluppo sostenibile: la nostra “bussola”, se possiamo chiamarla così, sarà l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Trentatré ore di lezione” l’anno, quindi “un’ora a settimana, che sarà ritagliata all’interno delle altre discipline“.
Una modalità, quella di incorporare una materia dentro altre, che serve ad evitare effetti sugli organici e aggravi di spesa per l’erario. Ed è la stessa adottata con il ritorno dell’educazione civica, anche se poi slittata al settembre 2020.
Cosa si studierà nell’ora di educazione ambientale
Nel corso delle lezioni sull’ambiente, ha continuato il ministro, si tratteranno “temi come i beni comuni, i diritti di carattere ambientale, i modelli di partecipazione condivisa nelle comunità, come riavvicinare i nostri studenti ai loro territori, l’interazione tra l’uomo e gli ecosistemi”.
Secondo Fioramonti, il futuro è fatto da “una nuova cittadinanza responsabile e compatibile con le condizioni ecosistemiche e quindi una cittadinanza sempre più sostenibile, che viene richiesta fra l’altro da milioni di studenti, non solo in Italia”.
Il rinvio dell’educazione civica al 2020
Ricordiamo che il Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione ha espresso parere negativo sul decreto, firmato il 27 agosto scorso dall’ex ministro dell’Istruzione Marco Bussetti, che avrebbe permesso l’introduzione in via sperimentale dell’educazione civica nelle scuole.
Qualche giorno dopo, il ministro in carica, Lorenzo Fioramonti, ha detto che avrebbe sentito “a breve associazioni di dirigenti, docenti e studenti per discutere con loro della possibilità di avviare una seria programmazione a partire da gennaio 2020 (con tanto di fondi aggiuntivi in Legge di Bilancio), per fare quello che il precedente Ministro non aveva fatto, cioè preparare in modo efficace le scuole nell’ottica dell’introduzione dell’Educazione civica nel settembre 2020, come previsto dalla legge”. E così è andata.