Nelle scuole c’è un gran parlare dell’educazione civica, a partire dallo studio della Costituzione italiana e il diritto, passando per diversi generi di educazione. “Non si può essere cittadini consapevoli se non si conoscono i principi fondamentali e lo spirito della nostra Carta costituzionale”, ha ricordato il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara illustrando al Senato, l’iniziativa sostenuta da Palazzo Madama e intitolata ‘L’ora della Costituzione’, costituita da un ciclo di lezioni mensili sulla Carta costituzionale riservate agli studenti delle scuole medie e superiori.
Il ministro ha aggiunto: “Voglio riassumere in una parola: la centralità della persona rispetto allo Stato. Capire che lo Stato è in funzione della persona è un messaggio di un’importanza fondamentale”.
Gli incontri si terranno nella sala Koch o nella sala Capitolare del Senato e cominceranno il 23 febbraio con la lezione tenuta dal presidente emerito della Corte costituzionale, Giuliano Amato sui principi fondamentali della Carta (dall’articolo 1 al 12).
L’iniziativa del Senato rappresenta un’opportunità certamente interessante, ma circoscritta. Per docenti e alunni, l’impegno per coprire i contenuti non è da poco. E tutto da definire di volta in volta, perchè la Legge 92 del 2019 prevede che l’insegnamento dell’educazione civica, pari a 33 ore l’anno, sia affidato in “contitolarità” (a meno che alle superiori non si affidi ad un docente di discipline giuridiche ma percentualmente è una possibilità remota).
Ma questo modello formativo funziona? I dubbi sono diversi. “La reintroduzione dell’educazione civica, da tre anni, in tutti gli ordini di scuola, permette a questo punto di fare un bilancio per capire cosa funziona e cosa no”, ha detto all’Ansa Cristina Costarelli presidente dell’Associazione presidi del Lazio.
“L’educazione civica – ha continuato Costarelli – affronta temi importanti, è giusto che si approfondisca e si conosca in tutti gli ordini di scuola con gli strumenti opportuni al livello di crescita degli alunni. Bisogna tuttavia fare una riflessione sul fatto che l’educazione civica non ha un insegnante di riferimento al di là del coordinatore che è il docente di storia e c’è una difficoltà di coordinamento tra i professori”.
La preside ricorda che “è un insegnamento trasversale ma la difficoltà è che nessuno dei docenti del consiglio di classe ha una preparazione specialistica e quindi si prende qualche argomento in modo poco coordinato e si inserisce in modo giustapposto, questo avviene oggi”.
La presidente Anp Lazio lancia anche una proposta: “Se all’ educazione civica si volesse dare dignità, bisognerebbe prevedere un insegnante e un’ora per il suo insegnamento; insegnarla nel modo in cui è stata reintrodotta da tre anni lascia molte perplessità”.
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