Ieri, 7 novembre 2017, sono stati presentati Roma i risultati dell’Indagine IEA sull’educazione civica e alla cittadinanza International Civic and Citizenship Education Study – ICCS 2016.
Il Convegno, organizzato dall’INVALSI, ha visto anche la partecipazione di esperti e analisti e la presentazione di esperienze e buone prassi nell’ambito di educazione civica e alla cittadinanza da parte di scuole di vari gradi, indipendentemente dalla partecipazione alla rilevazione.
Lo studio ha avuto come finalità quella di identificare ed esaminare le modalità con le quali gli studenti vengono preparati per svolgere attivamente il proprio ruolo di cittadini nelle società democratiche.
Nel 2016 sono stati coinvolti circa 3.800 dirigenti scolastici, 37.000 insegnanti e più di 94.000 studenti di 23 Paesi e di una regione tedesca , frequentanti l’ottavo anno di scolarità. In Italia hanno partecipato all’indagine circa 3.500 studenti rappresentativi della popolazione italiana di studenti che frequentano la classe terza della scuola secondaria di I grado (circa tredici anni e mezzo di età)
Dall’indagine è emerso che, nella scala cognitiva relativa alle conoscenze civiche, gli studenti italiani ottengono il punteggio di 524, significativamente superiore alla media internazionale. Le femmine ottengono risultati statisticamente migliori dei maschi. A livello internazionale le femmine ottengono un punteggio di 530 e i maschi di 505, mentre in Italia il punteggio è di 535 per le femmine e di 515 per i maschi.
L’informazione televisiva e la discussione con i genitori rimangono due fonti di informazione importanti per il coinvolgimento dei giovani in tematiche politiche e sociali. Gli studenti italiani dichiarano di parlare con i genitori di quello che succede negli altri Paesi con una frequenza maggiore rispetto alla media internazionale (61% Italia vs 46% media internazionale).
Rispetto a una serie di domande che chiedevano agli studenti di indicare cosa fosse positivo o negativo per la democrazia, si osservano grandi variazioni tra i Paesi. In Italia il fatto che i leader politici garantiscano lavoro nella pubblica amministrazione ai propri familiari è considerato positivo per la democrazia da quasi un terzo degli studenti
Rispetto alla media ICCS, il 35% degli studenti considerano un male per la democrazia quando un governo influenza le decisioni dei tribunali; tale percentuale in Italia sale al 48%.
Le differenze tra chi ritiene sia positivo o negativo per la democrazia che la polizia possa trattenere senza processo chi è sospettato di minacciare la sicurezza nazionale risultano meno nette, con il 30% di studenti a livello internazionale e il 29% in Italia che lo ritengono positivo per la democrazia e il 33% (38% in Italia) che lo ritengono negativo.
Nella maggior parte dei Paesi gli studenti dichiarano di avere fiducia nel governo, nel parlamento e nei tribunali in misura maggiore rispetto al 2009. In Italia, invece, si assiste ad un andamento opposto: i nostri studenti dichiarano di fidarsi meno del governo e del parlamento rispetto al 2009.
Le modalità di insegnamento dell’educazione civica e alla cittadinanza variano ampiamente attraverso i Paesi. Tra i vari Paesi partecipanti, gli insegnanti che si occupano di quest’ambito dichiarano di sentirsi molto preparati a insegnare una molteplicità di argomenti. In Italia si passa dal 96% degli insegnanti che dichiarano di sentirsi abbastanza o molto preparati in diritti umani, fino al 72% degli insegnanti che dichiarano di sentirsi abbastanza o molto preparati per insegnare un uso responsabile di internet.
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