Abbiamo riportato la notizia della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del testo definitivo della legge n. 92 “Introduzione dell’insegnamento scolastico dell’educazione civica”.
Nel primo e nel secondo ciclo di istruzione, per un numero di ore annue non inferiore a 33, quindi 1 ora a settimana, da svolgersi nell’ambito del monte orario obbligatorio previsto dagli ordinamenti vigenti, e l’avvio di iniziative di sensibilizzazione alla cittadinanza responsabile nella scuola dell’infanzia.
Il provvedimento così come riporta la Gazzetta Ufficiale, entrerà formalmente in vigore il prossimo 5 settembre, data che però ha fatto storcere il naso a molti e sorgere perplessità sulla possibilità che la nuova “materia” possa entrare a far parte dei curricoli scolastici già con il 2019/2020.
Tuttavia, come abbiamo già avuto modo di chiarire, è molto probabile che il Ministero riesca individuare una soluzione amministrativa: l’ipotesi più probabile, infatti, è che per il 2019/20 le scuole vengano invitate ad aderire ad una sorta di sperimentazione nazionale. Già in passato, per situazioni analoghe, si è fatto ricorso a soluzioni di questo genere.
In questo articolo ci soffermiamo sui contenuti che dovrà avere il programma di educazione civica a scuola.
L’articolo 3 della legge elenca le tematiche che dovranno far parte dell’educazione civica:
a) Costituzione, istituzioni dello Stato italiano, dell’Unione europea e degli organismi internazionali; storia della bandiera e dell’inno nazionale;
b) Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, adottata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 25 settembre 2015;
c) educazione alla cittadinanza digitale;
d) elementi fondamentali di diritto, con particolare
riguardo al diritto del lavoro;
e) educazione ambientale, sviluppo eco-sostenibile e tutela del patrimonio ambientale, delle identità, delle produzioni e delle eccellenze territoriali e agroalimentari;
f) educazione alla legalità e al contrasto delle mafie;
g) educazione al rispetto e alla valorizzazione del patrimonio culturale e dei beni pubblici comuni;
h) formazione di base in materia di protezione civile.
Inoltre, lo stesso articolo 3 della legge, stabilisce che il Ministero emani apposite linee guida per l’insegnamento dell’educazione civica, anche se non è prevista una scadenza per tale adempimento da parte dell’Amministrazione.
L’articolo 4 ribadisce la necessità di curare in tutti gli ordini di scuola la conoscenza e lo studio della Costituzione: “Gli alunni devono essere introdotti alla conoscenza dei contenuti della Carta costituzionale sia nella scuola dell’infanzia e del primo ciclo, sia in quella del secondo ciclo, per sviluppare competenze ispirate ai valori della responsabilità, della legalità, della partecipazione e della solidarietà.
Interessante anche l’articolo 5, che introduce il “capitolo” della educazione alla cittadinanza digitale: “Nel rispetto dell’autonomia scolastica, l’offerta formativa erogata nell’ambito dell’insegnamento di cui al comma 1 prevede almeno le seguenti abilità e conoscenze digitali essenziali, da sviluppare con gradualità tenendo conto dell’età degli alunni e degli studenti:
a) analizzare, confrontare e valutare criticamente la credibilità e l’affidabilità delle fonti di dati, informazioni e contenuti digitali;
b) interagire attraverso varie tecnologie digitali e individuare
i mezzi e le forme di comunicazione digitali appropriati per un
determinato contesto;
c) informarsi e partecipare al dibattito pubblico attraverso
l’utilizzo di servizi digitali pubblici e privati; ricercare opportunità di crescita personale e di cittadinanza partecipativa attraverso adeguate tecnologie digitali;
d) conoscere le norme comportamentali da osservare nell’ambito
dell’utilizzo delle tecnologie digitali e dell’interazione in ambienti digitali, adattare le strategie di comunicazione al pubblico specifico ed essere consapevoli della diversità culturale e generazionale negli ambienti digitali;
e) creare e gestire l’identità digitale, essere in grado di proteggere la propria reputazione, gestire e tutelare i dati che si
producono attraverso diversi strumenti digitali, ambienti e servizi,
rispettare i dati e le identità altrui; utilizzare e condividere informazioni personali identificabili proteggendo se stessi e gli
altri;
f) conoscere le politiche sulla tutela della riservatezza applicate dai servizi digitali relativamente all’uso dei dati personali;
g) essere in grado di evitare, usando tecnologie digitali, rischi
per la salute e minacce al proprio benessere fisico e psicologico;
essere in grado di proteggere se’ e gli altri da eventuali pericoli
in ambienti digitali; essere consapevoli di come le tecnologie digitali possono influire sul benessere psicofisico e sull’inclusione sociale, con particolare attenzione ai comportamenti riconducibili al bullismo e al cyberbullismo.
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