Nella giornata del 28 agosto il CSPI ha espresso il proprio parere sulle Linee Guida per l’Educazione Civica e, a sorpresa, non ha mancato di mettere in luce diverse ombre del provvedimento.
Molto significativa la conclusione del documento: “In relazione alle numerose e rilevanti criticità evidenziate e alle osservazioni formulate, il CSPI non può esprimere un parere favorevole sullo schema di decreto in oggetto e invita l’Amministrazione a rivederlo alla luce delle argomentazioni fin qui illustrate”.
Fra l’altro il CSPI ha evidenziato che “l’Educazione civica non può essere considerata solo come una disciplina, in quanto, attraverso apprendimenti formali, non formali e informali, permette lo sviluppo della cittadinanza, della responsabilità e dell’etica pubblica fondate sui valori condivisi della Costituzione”.
Curiosamente il Consiglio Superiore auspica che “il Ministero si adoperi per la realizzazione piena del dettato normativo della legge n. 92/2019, in particolare per quanto riguarda i seguenti aspetti:
- nomina della Consulta dei diritti e dei doveri del bambino e dell’adolescente digitale (art. 5), in più occasioni sollecitata anche dall’Autorità Garante dell’Infanzia e dell’Adolescenza;
- costituzione dell’Albo delle buone pratiche di Educazione civica (art. 9);
- indizione annuale di un concorso nazionale per la valorizzazione delle migliori esperienze in materia di Educazione civica (art. 10).
Per la verità suona piuttosto strano che debba essere il CSPI a chiedere al Ministro di dare attuazione completa a quanto previsto da una legge del 2019 fortemente voluta da un Ministro (Marco Bussetti) dello stesso colore politico.