Il decreto scuola interviene anche sul tema dell’insegnamento dell’educazione civica per fornire, all’articolo 7, alcune indicazioni aggiuntive rispetto a quanto già previsto dalla legge 92 dell’agosto scorso.
Come si ricorderà la legge era entrata in vigore il 5 settembre e per questo motivo non aveva potuto esplicare tutti i suoi effetti già a decorrere dall’anno scolastico 2019/2020.
Inoltre sullo schema di decreto con cui il Miur prevedeva l’avvio di una sperimentazione per l’anno in corso il CSPI si era espresso negativamente con diverse motivazioni obiettando che esso:
= non individuava la platea delle istituzioni scolastiche potenzialmente coinvolte e le modalità di adesione delle scuole interessate;
= non prevedeva una “durata definita” del progetto sperimentale proposto, ma si limitava ad indicare che esso fosse attuato dall’anno scolastico 2019/20;
= non indicava con chiarezza gli “obiettivi” che avrebbero dovuto caratterizzare la sperimentazione proposta, le finalità e i risultati attesi;
= non si prevedeva alcuna “valutazione di risultati” ed era assente ogni riferimento ai soggetti, alle modalità e ai tempi con cui si intendeva procedere alla valutazione dei risultati della sperimentazione proposta.
Per la verità il decreto scuola conferma pienamente le disposizioni della legge 92 che istituisce nel primo e nel secondo ciclo di istruzione l’insegnamento trasversale dell’educazione civica e che prevede che nella scuola dell’infanzia vengano avviate iniziative di sensibilizzazione alla cittadinanza responsabile.
Nel concreto le scuole devono prevedere l’insegnamento trasversale in questione nel curricolo di istituto con un orario non inferiore a 33 ore annue.
“Nel primo ciclo – chiarisce la relazione illustrativa allegato al decreto scuola – l’insegnamento è affidato in contitolarità a docenti sulla base del curricolo, utilizzando le risorse dell’organico dell’autonomia; nel secondo ciclo, esso è affidato ai docenti abilitati all’insegnamento delle discipline giuridiche ed economiche, ove disponibili nell’ambito dell’organico dell’autonomia”.
Ora, in conformità a quanto già previsto dal comma 8 dell’art. 2 della legge 92, il decreto ribadisce che dall’introduzione di tale insegnamento non devono derivare incrementi o modifiche dell’organico del personale scolastico, né ore d’insegnamento eccedenti rispetto all’orario obbligatorio previsto dagli ordinamenti vigenti.
Per il momento, comunque, si è in attesa che il Ministero costituisca il Comitato tecnico-scientifico che dovrebbe avere il compito di redigere Linee guida previste dall’art. 3 della L. 92/2019.
Ciò non esclude, ovviamente, che le scuole, nell’ambito della propria autonomia, possano iniziare ad attivare percorsi di formazione per riflettere sulle finalità educative e sugli obiettivi formativi dell’educazione civica.
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