Il ministro Valditara, rispondendo a una intervista del Messaggero, fa il punto sulla implementazione dell’educazione civica a scuola, che, se per un verso supera le precedenti linee guida, dall’altro “introduce una visione che è strettamente in linea con i valori costituzionali”, come la “consapevolezza di appartenere a una comunità nazionale che ha una storia e valori, a iniziare da quelli scritti nella Costituzione e che la stessa Carta definisce Patria”.
Valori che sarebbero stati trascurati per un “pregiudizio ideologico” e che ora Valditara ripristina. Fra questi il patriottismo che, spiega, “è un sentimento e un’idea importante, cara ai nostri Costituenti. Significa senso di appartenenza a una comunità, consapevolezza di una storia, condivisione di valori fondamentali, che sono anche il presupposto per una positiva integrazione degli stranieri all’interno della nostra comunità, che comincia fin dai primi anni di scuola”.
Per istituirlo ci saranno 33 ore all’anno di educazione civica trasversali alle varie discipline, “sia nelle ore di storia, sia in quelle di letteratura o di altre discipline”.
In altre parole “Gli insegnanti sono quelli disciplinari. La novità, oltre che nei contenuti, è che si vengono a definire i traguardi e gli obiettivi di apprendimento che finora mancavano. E’ prevista la valutazione esattamente come per le altre materie. Il cardine di tutto il discorso è la centralità della persona umana e il rispetto che merita”.
“Il principio fondamentale che ci muove”, dice sempre il ministro riferendosi al fenomeno del bullismo, “e che è condensato anche nelle linee guida, è quello del rispetto verso ogni persona, verso le regole e verso i beni pubblici e privati. E due punti sono cruciali: in ottemperanza all’articolo 2 della Costituzione si dà rilievo ai doveri, accanto ai diritti; si dà inoltre centralità al principio di responsabilità individuale anziché a quello di responsabilità sociale”.
Ciò vuol dire “che se il bullo aggredisce un insegnante o molesta un compagno di classe, questi atteggiamenti non sono colpa della società ma c’è una responsabilità individuale”, che è “un principio costituzionale”.
Noi, spiega ancora Valditara, non facciamo operazioni di tipo ideologico” e infatti, “nelle linee guida rinneghiamo il mito della decrescita felice, sottolineando l’importanza della crescita economica per promuovere benessere per tutti e prosciugare le sacche di povertà che ancora esistono nel nostro Paese. Questo ovviamente nel rispetto dell’ambiente e della qualità della vita. E ancora: ci proponiamo di abituare i giovani alla cultura del lavoro, altro valore costituzionale. Occorre inoltre trasmettere l’idea che l’impresa e la proprietà privata sono fattori positivi di sviluppo, come recita ancora una volta la nostra Carta”.
La nostra, dice il ministro, “è una rivoluzione del buon senso e della ragionevolezza, che ha come stella polare la nostra Costituzione. Contiene spunti innovativi ed equilibrati sulle materie più varie: dalla tutela ambientale, dei beni artistici e delle biodiversità al rispetto verso le donne, al buon utilizzo delle nuove tecnologie (insegnando anche a difendersi dalle fake news), all’educazione alimentare, stradale e finanziaria, all’importanza dello sport nel percorso formativo. A tutto questo aggiungo anche l’obiettivo d’infondere una cultura della legalità a 360 gradi”.
Nel passato, risponde Valditara, “si parlava soltanto di criminalità politica e di criminalità economica. Ora invece, oltre a insistere sulla cultura anti-mafia, nella nostre linee guida c’è anche la sottolineatura della lotta a qualsiasi forma di criminalità, compresa quella che mette a rischio la sicurezza quotidiana del cittadino”.
“Vogliamo costruire -conclude il ministro- una scuola costituzionale nella sua integralità. La funzione della scuola è quella di educare cittadini liberi, responsabili e consapevoli”.