Attualità

Educazione civica: secondo l’Uciim il Ministero mostra disinteresse

Secondo l’UCIIM (Unione Cattolica Italiana Insegnanti) sarebbe in atto un tentativo da parte del Ministero di invalidare l’insegnamento dell’Educazione Civica.
Nella recente nota ministeriale del 30.11.21 in materia di formazione dei docenti fra le priorità nazionali non viene citata l’educazione civica.
“Omissione grave – sostiene l’Uciim – che non può essere assolutamente colmata dal Piano Nazionale Rigenerazione Scuola che rappresenta solo uno dei tre nuclei tematici di cui l’insegnamento si compone”.

“La legge n.92 – ricorda l’Associazione – oltre ad aver introdotto l’insegnamento scolastico dell’educazione civica nel primo e secondo ciclo di istruzione ha anche previsto, nell’art.6, che nell’ambito delle risorse dedicate alla formazione, una quota pari a 4 milioni di euro annui, a decorrere dall’anno 2020, fosse destinata alla formazione dei docenti sulle tematiche afferenti l’insegnamento trasversale dell’educazione civica. Lo stesso articolo continua col precisare che il Piano nazionale della formazione dei docenti di cui all’art. 1 c. 124 della legge n. 107/2015, deve essere aggiornato di conseguenza, facendo entrare così, a pieno titolo, l’Educazione civica nel novero delle priorità nazionali da affidare agli UU.SS.RR. per il successivo coordinamento delle Scuole polo per la formazione”.


“Inoltre – aggiunge l’Uciim – giova ricordare che il D.M. n. 35 del 22.6.20, che ha approvato le Linee Guida previste dalla legge n. 92 nell’art. 3, ha anche previsto, su precisa richiesta del Consiglio Superiore della Pubblica istruzione, una sperimentazione triennale sugli “Obiettivi specifici di apprendimento” da raggiungere per ciascun periodo didattico in cui sono scanditi i cicli scolastici, obiettivi che mancano nelle Linee Guida e che sono essenziali come standard di riferimento per la valutazione del profitto delle studentesse e studenti”.

“L’UCIIM – conclude il presidente Rosalba Candela – non può accettare che ancora una volta nella storia della Scuola italiana, si metta in ombra un insegnamento che ritiene fondamentale per aiutare i giovani ad orientarsi nella complessità e globalità della società attuale resa ancora più indecifrabile dalla pluralità e contraddittorietà dei messaggi mediatici che tengono in ostaggio il mondo della comunicazione”.


Redazione

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