“Non è ipotizzabile il successo di un’“educazione civica” senza l’apporto delle famiglie, e i temi educativi trattati nella scuola pubblica devono sempre rispettare il pluralismo e le scelte culturali dei genitori, a cui la legge riconosce il primato educativo”, afferma in una nota l’associazione di genitori Articolo 26, all’indomani dell’ approvazione al Senato della legge sull’Educazione Civica.
Per promuovere percorsi educativi efficaci e data la complessità e la sensibilità dei contenuti collegabili all’educazione civica, occorre prevedere in maniera inequivocabile il coinvolgimento dei genitori.
Se apprezziamo come una conquista di civiltà che nel testo si affermi che “al fine di valorizzare l’insegnamento trasversale dell’educazione civica e di sensibilizzare gli studenti alla cittadinanza responsabile, la scuola rafforza la collaborazione con le famiglie” – prosegue la nota – dato il contesto relativistico e liquido odierno e dato che i docenti potranno interpretare come vogliono i concetti anche migliori, occorre che tramite gli strumenti attuativi della legge sia garantita la libertà educativa dei genitori, specificando l’obbligo del consenso previo e informato riguardo le proposte concrete: va realizzata così una condivisione consapevole e una coerenza educativa tra famiglia e scuola, eliminando il rischio di contenuti divisivi o controversi e orientamenti ideologici che la scuola, in quanto istituzione “comune”, deve rifuggire.
Lo stesso MIUR ha ribadito l’obbligo per le scuole di promuovere “i necessari rapporti con tutti i portatori di interesse, prendendo in considerazione i pareri formulati dagli organismi dei genitori e che tutte le attività didattiche inserite nel PTOF devono essere portate a conoscenza delle famiglie, al fine di dare il proprio consenso informato” nella nota n.19354 del 20/11/ 2018): obblighi che anche la legge ora approvata deve quindi riconoscere.
Articolo 26 chiede infine che la Commissione che elaborerà le indicazioni nazionali coinvolga i rappresentanti delle associazioni genitori, anche al fine di ristabilire quella collaborazione tra scuola e famiglia, che è alla base del superamento dei problemi che questo disegno vorrebbe contribuire a realizzare.
In mancanza di tali riconoscimenti saremo pronti ad una decisa protesta, in tutte le forme pubbliche e democratiche opportune.