Anche a scuola “si cambia, ci stiamo lavorando, una riforma che costa zero” ma che farà tornare “l’educazione civica sui banchi di scuola, così magari qualcuno reimpara il rispetto che papà e mamma non insegnano più”: lo ha detto il vicepremier Matteo Salvini, parlando il 1° aprile dal palco di piazza dei Tigli a Firenze nel salutare le centinaia di persone che erano venute ad ascoltarlo. E a ringraziarlo.
“Sono io che ringrazio voi – ha aggiunto Salvini – ringrazio in particolare i ragazzi di 15-16-17 anni che magari si sono presi una giornata di pausa di scuola: salutatemi domani i prof di sinistra che tanto non cambiano mai”.
“Io lavoro come un matto per la sicurezza di tutti: voglio una Firenze dove chiunque possa andare in piazza senza scomodare polizia e carabinieri”, ha concluso il ministro.
Nelle parole di Salvini, riprese dalle agenzie di stampa, si conferma la linea del ritorno allo studio dell’educazione civica, su tutti i banchi e in tutti i cicli scolastici, tra l’altro avallata anche per via legislativa.
Tra gli addetti ai lavori, però, non sarà sfuggita la sottolineatura sulla “riforma che costa zero”: il riferimento del vice presidente del Consiglio, con ogni probabilità, era solo all’introduzione dell’educazione civica.
Anche perché solo un paio di giorni prima l’altro vicepremier, Luigi Di Maio (M5S), ha detto che “prima di riformare la scuola, bisogna finanziarla e dobbiamo investire molte più risorse sia con il nuovo Def sia con la legge di Bilancio per garantire continuità didattica per gli studenti che vuol dire meno precariato per gli insegnanti e un’edilizia scolastica che sia all’altezza”.
Di riforme della scuola a costo zero o al risparmio, la scuola ne ha subite anche troppe.
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