Lo annuncia nel corso della diretta della Tecnica della Scuola la senatrice Cinzia Leone (M5S), vice presidente della commissione di inchiesta sul femminicidio: la proposta di legge (di cui la stessa senatrice è prima firmataria) sull’introduzione dell‘educazione emozionale come materia trasversale (al modo in cui lo è l’educazione civica) è stata incardinata in commissione cultura al Senato e mercoledì 9 marzo inizia il proprio iter in Parlamento.
“La società deve diventare educante – esordisce la senatrice Leone – e a questo proposito ci tengo a precisare che la scuola deve dotarsi di una grammatica delle emozioni e deve lavorare su una sfera emozionale, non emotiva. Sulla sfera emotiva lavorano gli psicologi, noi legislatori dobbiamo dare vita a un provvedimento sulla grammatica delle emozioni che possa entrare in modo trasversale in tutte le discipline”.
E spiega: “Non dovrà essere una materia a sé stante. L’obiettivo è quello di mettere i bambini e poi i ragazzi in condizione di apprendere, prima in maniera ludica, e poi via via in modo diverso nel corso dei diversi gradi scolastici, quelle competenze che permettano loro di definire le emozioni, di valorizzare quelle positive, di gestire quelle negative. Ecco, il disegno di legge vuole dare questi strumenti alla scuola”.
Quale probabilità esiste che questo provvedimento venga approvato? “Si tratta di un provvedimento non divisivo – precisa la senatrice – ma condiviso da tutte le forze politiche. Dunque, data la mattanza – afferma Cinzia Leone in riferimento ai drammatici dati del femminicidio in Italia – faremo di tutto per farlo approvare, del resto è fortemente voluto da tutti i componenti della commissione di inchiesta sul femminicidio”.
Una norma che comporterà anche la formazione docenti, conclude la senatrice.
Sulle modalità di introduzione di questa nuova eventuale disciplina trasversale, sempre nel corso dell’appuntamento live di Tecnica della Scuola, storce il naso la blogger e insegnante Valentina Petri: “Che serva una formazione continua degli insegnanti anche in questi ambiti è vero, ma si tratta di un lavoro enorme che implica un impegno di tutti e per il quale va dato un riconoscimento economico ai docenti – contesta – peraltro ogni volta che c’è un bisogno sociale forte, una nuova istanza, si dice questa cosa va insegnata a scuola – osserva l’autrice di Portami il diario – va benissimo, ma le ore sono sempre quelle e i ragazzi sono sempre di più nelle classi, ciascuno con bisogni educativi diversi. Sarà pure necessario introdurre nuovi temi e questioni nel curricolo scolastico, ma è faticoso, e la scuola non può essere solo una fucina di nobili intenti, lo Stato deve dimostrarci che in questo settore vale la pena investire dei soldi”.
Un’altra materia strutturata come l’educazione civica, quindi? Anche no, protesta Valentina Petri. Così come è stata proposta l’educazione civica, con le 33 ore trasversali, “da un punto di vista burocratico è un delirio e il pensiero di un’altra materia che diventa materia non materia senza un insegnante di riferimento… un delirio” ribadisce.
Su questi argomenti il corso Educare alle emozioni per un apprendimento significativo, a cura di Monica Campagnolo e Aldina Fior, in programma dal 16 marzo.
Il corso si propone di far conoscere e sperimentare ai docenti della scuola primaria, strumenti metodologici e didattici concreti, utili a favorire il clima positivo nella classe e a prevenire il disagio emotivo personale, con gli altri, dei ragazzi e dei docenti stessi.
Durante il corso verrà illustrata l’educazione razionale emotiva e le sue fasi di sviluppo in modo che i docenti possano applicare il percorso appreso in autonomia, nel proprio contesto e nell’ambito delle discipline da loro insegnante.
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