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Educazione finanziaria all’interno delle lezioni di educazione civica: intervista a Ivano Zoppi, presidente Pepita onlus

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È stato approvato in questi giorni il disegno di legge Competitività, che inserisce l’Educazione finanziaria nell’insegnamento dell’Educazione civica

Il Ministero dell’Istruzione e del Merito definirà le linee guida per lo studio dell’Educazione finanziaria nelle scuole, d’intesa con la Banca d’Italia e la Consob e sentite le associazioni rappresentative degli operatori e degli utenti bancari e finanziari. Inoltre, il MIM, la Banca d’Italia e la Consob sottoscriveranno appositi accordi per promuovere la cultura finanziaria, nel rispetto dell’autonomia scolastica.

L’iniziativa trova il plauso e l’approvazione del MIM: su Twitter dove il ministro Giuseppe Valditara, ha fatto sentire la sua voce L’Educazione finanziaria sarà studiata nell’ambito dell’Educazione Civica. Risparmio e investimento saranno centrali nella crescita dei ragazzi. Il MIM redigerà le linee guida per l’insegnamento, d’intesa con Bankitalia, Consob e realtà rappresentative“.

Critiche e perplessità arrivano invece da altri settori, che nutrono dubbi rispetto all’iniziativa

Tra queste si segnala l’intervento sulla stampa nazionale della segretaria generale della Cisl Scuola, Ivana Barbacci, che invita ad una riflessione approfondita per evitare che l’Educazione Civica venga snaturata e diventi un contenitore indistinto. Secondo la segretaria generale sarebbe opportuno rafforzare i temi dell’Educazione Civica e della cittadinanza e della costituzione, lasciando all’autonomia delle scuole eventuali approfondimenti in altri ambiti disciplinari.

Anche i dirigenti scolastici esprimono perplessità, che si coglie nelle dichiarazioni rilasciate alla stampa da parte di Cristina Costarelli, presidente di ANP Lazio, che sostiene la necessità che ci siano docenti specializzati in educazione finanziaria, esottolinea che ci sono già esperienze positive di educazione finanziaria nelle scuole, grazie a progetti PCTO e a insegnanti di potenziamento con competenze giuridico-economiche.

Ivano Zoppi, presidente di Pepita Onlus, una cooperativa sociale con esperienza ventennale, che lavora nelle scuole integrando l’attività formativa con ricerca permanente sulle tendenze psicosociali, sull’ educazione all’affettività, si è di recente espresso in merito alla novità legislativa definendola un “fulmine, in un cielo di certo non sereno”.

Quali sono le sue perplessità in merito all’introduzione dell’Educazione Finanziaria nell’insegnamento di Educazione Civica?

Di per sé la tematica appare attuale e coerente con l’esigenza di alimentare il senso critico degli studenti e, quindi, dei cittadini di domani, rispetto alla vita economica del Paese e alle scelte personali che ogni italiano è chiamato a compiere per la propria economia. Di contro, un argomento così complesso non può essere gestito nell’ambito di un percorso già abbastanza complicato come quello dell’Educazione Civica. Una materia-non materia distribuita su 33 ore in un anno insegnata da più docenti coordinati da un insegnante con il compito di trasmettere al gruppo classe princìpi e nozioni relativi a 3 pilastri: Costituzione, Sviluppo Sostenibile, Cittadinanza Digitale. A questi, presto dovrà aggiungersi l’Educazione Finanziaria. Un calderone pieno di belle intenzioni, ma destinate a fagocitarsi l’un l’altra proprio perché meriterebbero tutte un piano formativo dedicato.

Quali sono i principali timori di educatori e personale impegnato nella formazione di docenti e alunni?

In primo luogo il sovraccarico degli insegnanti: argomenti come potrebbe essere l’Educazione Finanziaria, non sono affidati ad economisti, giuristi, educatori digitali o ingegneri ambientali. Le suddette materie sono affidate, secondo competenze non meglio precisate, agli insegnanti di ruolo. Così il prof di Italiano curerà gli aspetti di cittadinanza digitale, a quello di Storia la Costituzione, mentre Scienze o Matematica penseranno alla sostenibilità. E il cerino dell’Economia?

In qualità di educatore, il mio invito è quello di “fermarsi”.

Dobbiamo uscire dalla logica dei menù turistici e tornare alla cucina dei sapori. L’Educazione Civica merita di entrare a pieno titolo nel nostro curriculum scolastico, mentre oggi sembra uno sgabuzzino disordinato dietro una vetrina patinata e luccicante. Fermiamoci e, per una volta, ascoltiamo i nostri ragazzi.